Agnelli: 'Calcio da cambiare'. Se lo ricordi quando la Juve vota per Lega e Figc
Andrea Agnelli ha parlato come un libro stampato: "Bisogna cambiare il calcio italiano e posizionarlo a livello europeo, dopo i fasti degli ultimi 30 anni stiamo avendo un declino, siamo in presenza di un tracollo strutturale. E' necessaria una riforma strutturale del calcio professionistico che non può più vivere essendo considerato al pari di quello di base. Vorremmo che la locomotiva fosse in grado di procedere al pari degli altri. Oggi siamo al quarto posto, dopo Spagna, Inghilterra, Germania, presto Francia e Portogallo li seguiranno. Riforma dei campionati, riforma Legge Melandri, riforma del numero di squadre professionistiche e del settore giovanile. Riforma dello status del professionista sportivo, tutela dei marchi,legge sugli impianti sportivi, riforma complessiva della giustizia sportiva, queste le tematiche su cui vorremmo confrontarci. Bob Dylan diceva: 'I tempi stanno cambiando' e non hanno smesso, la Juventus non intende affossare come una pietra".
Bravo, bene, bis. Purchè il presidente della Juve se ne ricordi quando andrà a votare per eleggere il nuovo presidente della Lega di serie A che, in fondo, soltanto da 19 (diciannove mesi) ha un capo dimissionario, mai sostituito perchè i club litigano sul nome del successore.
E, già che c'è, se ne ricordi quando, in gennaio, a nome della Juve andrà a votare per eleggere il nuovo presidente della Federcalcio. La stessa contro la quale la società bianconera ha intentato una causa per 443.724.200 euro, a titolo di risarcimento per Calciopoli.
Perchè una cosa deve essere ben chiara: la Juve di Agnelli può mettersi alla testa di uno schieramento capace di spazzare via il sistema giurassico-gerontocratico che regge il calcio italiano. Se vuole riuscirci, è questo il momento di passare dalle parole ai fatti. Questo.
Xavier Jacobelli
Direttore Editoriale www.calciomercato.com