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    Ag. Zaccagni: 'Rinnovo? Presto con Lotito capiremo. Niente lotte con la Lazio, a giugno c'è il mercato'

    Ag. Zaccagni: 'Rinnovo? Presto con Lotito capiremo. Niente lotte con la Lazio, a giugno c'è il mercato'

    • Redazione CM
    L'agente di Mattia Zaccagni, Mario Giuffredi, ha parlato durante la Palermo Football Conference del futuro del suo assistito e del momento della Lazio.

    SARRI - "A Sarri mi lega tantissimo la mia vita professionale. La mia carriera inizia ad avere dei miglioramenti con il suo passaggio all'Empoli perché da lì Valdifiori e Hysaj sono andati al Napoli, poi lui è andato in Campania e ha rivoluto Mario Rui. Io e i giocatori a lui dobbiamo tanto, lo ringraziamo".

    NON ERA SOLO COLPA SUA - "Per capire il motivo delle dimissioni bisogna essere dentro, da fuori non è sempre facile intuire le problematiche. Magari le colpe non erano tutte sue, potevano essere divise tra giocatori, club e un po' lui. Lui forse si è fatto prevalere dal suo stato d'animo che conoscendolo va compreso e accettato. Non scalfisce il suo valore: ha fatto benissimo a Empoli, a Napoli, ha vinto con Chelsea e Juventus, poi è arrivato a risultati importanti con la Lazio. Il suo cammino è importante, non può essere scalfito da una stagione come questa".

    ZACCAGNI RINNOVA? - "Il presidente Lotito conosce la volontà del giocatore e la mia. Le decisioni verranno prese a breve insieme a Lotito e Fabiani, ai quali mi lega un bellissimo rapporto, perché a giugno c'è il mercato e lui è in scadenza. Non ci sono schermaglie o lotte contro la Lazio, insieme proveremo a capire qual è la scelta migliore per la Lazio".

    DI LORENZO CAPITANO - "Non è vero che Garcia voleva togliere la fascia di capitano a Di Lorenzo, è una persona di spessore e intelligente, conosceva il valore del mio assistito e le sue parole sono state interpretate male dai giornalisti".

    FOLORUNSHO - "È un altro giocatore in cui non credeva nessuno. Se uno a 26 anni fa la sua prima stagione in Serie A, questo ti fa capire il poco coraggio e la superficialità che c'è nel puntare e giudicare un calciatore, altrimenti non sarebbe arrivato in Serie A a 26 anni, ma prima".

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