Adriano l'infelice:| 'Costretto a tornare'
"Devo partire, anche se non vorrei, ma a giugno sarò di nuovo al Flamengo". Adriano parla e fa rumore. "Se potessi resterei qui", urla forte l'attaccante dall'aeroporto di Rio, dove si è imbarcato per raggiungere San Paolo prima e Roma poi. Da Trigoria, però, l'intervista viene accolta con nervosismo, agitazione, scetticismo: "Adriano ci ha assicurato che si tratta di un bufala - spiegano - e i suoi agenti ci hanno assicurato che quelle parole sono state inventate da un sito che lui ha già denunciato quando scrisse che era a una festa a Rio mentre si trovava a Trigoria ad allenarsi". Secondo quanto emerge, Adriano sarebbe arrivato a Roma in mattinata e sarebbe già in compagnia del suo agente per l'Italia, Roberto Calenda.
"VOGLIO RESTARE IN BRASILE" - Un fiume in piena, Adriano. Un ciclone che travolge tutto, anche e soprattutto se stesso e quanto detto prima di partire per le vacanze in Brasile. Dipingendo scenari chiari per il prossimo futuro. "Un pezzo del mio cuore resta in Brasile - spiega Adriano - e se potessi non tornerei in Italia, ma devo rispettare gli accordi. Non ci sono soldi che possano ripagare lo stare in Brasile, qui ho la mia famiglia, i miei amici, i miei figli". Volto triste, il volo aspetta, ma la tentazione di urlare la propria verità, lì dove si sente più al sicuro, è troppo forte: "A giugno torno a Rio. Anche se ho un contratto di altri due anni e mezzo - giura Adriano - a giugno sarò di nuovo qui, lo potete scrivere. Sono un professionista, viaggio perché devo presentarmi, ma a giugno sarò qui. Tornerò per giocare nel Flamengo, potete già aspettarmi all'aeroporto. Per me è triste lasciare tutto questo: a Roma sono rimasto già abbastanza, e non sono di ferro. Quando tornerò al Flamengo sarò di nuovo felice. Adesso a Roma spero di ripagare le attese del presidente e dei tifosi facendo un buon campionato, ma solo fino a giugno, sia chiaro". Da Trigoria, in mattinata, nessun segnale. Telefoni liberi ma nessuna risposta, come anche dal suo agente in Italia. Facile immaginare sia necessario studiare una strategia di risposta. Sperando non si traduca in un nuovo silenzio.
"A ROMA NON SONO FELICE" - Il ritardo di Adriano sul ritorno in Italia, annunciato inizialmente per il 29 dicembre, aveva in ogni caso fatto balenare più di un sospetto nella testa dei dirigenti romanisti, nonostante l'attaccante provi comunque ancora a giustificarsi, adducendo un terzo motivo dopo quelli legati al rinnovo del passaporto e al visto dei figli: "Ho avuto un problema serio in famiglia. Mio zio, il fratello di mio padre, è stato ricoverato per un infarto e sta male, molto male. Sono molto legato a lui, questo problema mi ha intristito molto e ho trascorso il Capodanno con mia madre: per questo motivo ho rimandato il mio rientro a Roma. Ho comunque informato la Roma di questo e penso che non ci saranno problemi". Problemi, invece, che Adriano ha trovato nel riportare i figli in Italia: "I miei figli mi hanno sempre chiesto come avrebbero potuto studiare in Italia. Io non li porterò via da qui per farli soffrire a Roma. Se fosse per me resterei sempre al loro fianco". Poi, il concetto si fa anche più chiaro: "Se mi chiedete cosa vorrei fare io, vi risponderei che vorrei restare qui". Anche perché, dalle parti di Rio, e proprio al Flamengo, è atteso a ore Ronaldinho, con cui Adriano ha pranzato ieri a Barra de Tijuca, parlando proprio di un futuro insieme al club carioca: "Adesso ho i miei accordi da rispettare, e lo farò fino alla fine. Io vorrei restare in Brasile, anche Ronaldinho vuole restare... Al di là di quanto succede io cerco sempre di trovare la mia felicità. E oggi è difficile andare via. Adoro il caldo del Brasile, qui sono felice. A giugno torno". Una promessa, almeno stavolta, sincera.