Adli e De Ketelaere: due trequartisti da far coesistere al Milan. Si può?
COSA DICE IL CAMPO - Sempre importante è il campo, un po’ come le parole per Nanni Moretti. Cosa ci ha detto di Adli l’Hypo Group Arena di Klagenfurt? A ben guardare, la sua prestazione da trequartista ci ha mostrato molto di più, non solo come fa il trequartista, ma anche come potrebbe fare altro. Detto ciò, è in questa veste che lo sta inquadrando Pioli, ed è ancora in questa veste che potrebbe coesistere (è solo una delle possibilità) con De Ketelaere. Ma come, se anche il belga arriva per giocare lì?
Il Milan non ha posizioni rigide in campo. La parola d’ordine è “smarcarsi”. Saper leggere gli spazi e le dinamiche di gioco diventa perciò più importante che essere specializzato e dunque relegato in un settore definito di campo. Guardate l’associazione che si crea tra Adli e Saelemaekers in questa sequenza di due immagini (vedi sopra e sotto). Chi dei due è il trequartista, qui, non si capisce, ma soprattutto non ha nessuna importanza. Sono invece importanti le posizioni da occupare in questa situazione di gioco precisa. Ecco perché De Ketelaere potrebbe coesistere con Adli, ad esempio partendo da ‘esterno destro’. Perché potrebbe interpretare quel ‘ruolo’ galleggiando spesso lungo la zona di rifinitura, quindi sotto la punta, proprio come fa qui Saelemaekers.
Inoltre per le caratteristiche di Adli, che tende molto a svariare lungo il fronte d’attacco, buttandosi negli spazi in verticale o con dei tagli, ma anche aprendosi in fascia tramite sovrapposizioni frequenti (una novità che porta maggior dinamismo rispetto a un Brahim Diaz), ecco che De Ketelaere con un semplice scambio di posizione col francese potrebbe venirsi a trovare dentro al campo, nel suo habitat ideale. Sotto vedete un esempio, di nuovo fra Adli e Saelemaekers.
In queste partite, come conseguenza del suo dinamismo, abbiamo visto Adli spesso arrivare sul fondo e portare degli uno contro uno col terzino avversario. La cosa potrebbe indurci a ipotizzare anche un suo impiego da centrocampista esterno/falso esterno/mezzala, così da permettere a De Ketelaere di giocare direttamente sotto o accanto alla prima punta, in definitiva più al centro. E d’altra parte anche Saelemaekers, l’esterno destro attuale del Milan, non gioca a piede invertito (pure Adli è destro…). Guardate un’istantanea dell’azione del gol di Rebic contro il Wolfsberger (a proposito di ruoli relativi, in azzurro ho evidenziato i terzini…).
Inoltre il francese sia da trequartista che da falso esterno dà l’impressione di essere più votato al ripiegamento difensivo rispetto a De Ketelaere, che a mio avviso rimane più attaccante, almeno per quello che si è visto al Bruges di recente. E questa è una differenza importante per l’equilibrio del sistema di Pioli.
LA DIVERSITÀ DI ADLI - Per tracciare una differenza significativa fra queste due tipologie di trequartisti, non basta dire che uno è destro e l’altro è mancino. Adli è un trequarti più centrocampista, De Ketelaere invece più attaccante. Yacine possiamo sorprenderlo a fare cose del genere…
Scendere a impostare praticamente da regista fra i due interni di centrocampo (Bennacer e Krunic). De Ketelaere no, gli viene meno spontaneo, diciamo, perché è abituato a gravitare più vicino alla porta (ricordo che la maggior parte delle partite nell’ultimo anno le ha giocate da prima punta). Adli difatti ha il cambio di gioco, il lancio in profondità tipico del costruttore.
NELL’ANNO DI GASSET - Arriviamo così a parlare di una terza possibile suggestione, alimentata da un certo passato del giocatore francese nel Bordeaux. Non nel 3-4-2-1 di Sousa del 19/20, non con Petkovic (4-2-3-1) e nemmeno con Guion (3-4-2-1), i due allenatori dell’ultima stagione, bensì con Jean-Louis Gasset (20/21), Adli giocò spesso centrocampista. O mezzala nel 4-3-3.
O addirittura nel doble pivote del 4-2-3-1. In quell’anno infatti Gasset risolse così la coesistenza fra lui e Ben Arfa (un altro trequarti-seconda punta-falso esterno mancino…), arretrandolo appena.
In linea di principio non è quindi da escludere a priori né l’utilizzo di Adli come mezzala, dato che Pioli ha optato diverse volte per il 4-3-3 da gennaio in poi, né l’impiego più ‘rischioso’ nella coppia tipica del 4-2-3-1 rossonero. Questa duttilità, fateci caso, è la stessa richiesta a Krunic. Ma nel caso di Adli si accompagna a un potenziale e una proiezione di livello superiore.