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    Addio Pelé, il ricordo di Ronaldo: 'Il vero Fenomeno eri tu, amico mio. Quell'abbraccio di fronte a San Siro...'

    Addio Pelé, il ricordo di Ronaldo: 'Il vero Fenomeno eri tu, amico mio. Quell'abbraccio di fronte a San Siro...'

    • Redazione CM
    Ronaldo, il Fenomeno, ha dedicato a Pelè un commosso ricordo affidandolo alle colonne della Gazzetta dello Sport: ve ne riportiamo i passaggi più toccanti: 

    "Non c’è consolazione nella consapevolezza: aspettavo, aspettavamo, questo momento da giorni, ma oggi sono triste perché se n’è andato un amico a cui ho voluto bene e che mi ha voluto bene, ancora prima che un emblema del nostro sport, e di tutta la storia dello sport. Un uomo diventato simbolo della bellezza del calcio. Lo hanno detto anche di me, ma quel soprannome che mi porto ancora addosso, Fenomeno, l’ho sempre sentito “largo” quando pensavo a quanto lo era stato lui: era Pelé, il vero Fenomeno".

    IL RICORDO - "Mi sorrideva ogni volta che ci incontravamo e ogni volta sapeva trovare una parola, un aneddoto, un consiglio, una riflessione che mi emozionavano quanto il fatto di trovarmi davanti ad un mito. Ma un suo ricordo “italiano”, uno dei più dolci che ho di lui, è fra quelli che mi porto dentro con più affetto. Era il 2000, da non molto mi ero rotto il tendine rotuleo nella “famosa” partita dell’Olimpico: l’infortunio più grave della mia carriera. Pelé era in Italia, da Roma doveva andare a New York, ma prima decise di prendere un aereo per Milano: solo per salutarmi e darmi un abbraccio dei suoi. [...] Avevo le stampelle, mi accompagnò tenendomi sotto braccio fuori in terrazzo, e di fronte a noi c’era San Siro, così vicino che ti sembrava di poterlo toccare. Mi raccontò di quando ci aveva giocato con il Santos e con il Brasile, di quando Angelo Moratti lo aveva comprato per l’Inter ma lui non se la sentì di lasciare il Brasile. Massimo, il mio presidente, che nel frattempo mi chiamò al telefonò per salutarlo, confermò tutto e allora gli chiesi se potevo far firmare a Pelè un contratto con l’Inter fino a gennaio, così avrebbe potuto giocare al mio posto, in attesa che guarissi: rideva come un pazzo".

    LA PROMESSA - "Oggi - mi disse - sono venuto anche a portarti questa sicurezza: se sei con Dio, passerà". Oggi Pelé è ancora più con Dio, ma la sua grandezza non passerà mai".

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