Tottenham Hotspur FC via Getty Images
Addio al 'Marine' Ventrone: alla Juve portò il calcio in palestra, con musica a palla e 'campana della vergogna'
I suoi ex giocatori in queste ore raccontano di quanto Ventrone sia stato fondamentale per la loro crescita, ma all’epoca lo maledivano per quanto li spremeva. Si era inventato la “Campana della vergogna”: quando un giocatore non ce la faceva più si allontanava dal gruppo e - a testa china - andava a dare due colpi alla campanella, esponendosi al pubblico ludibrio. Roba da “Full Metal Jacket” applicato al calcio. In palestra (nei primi tempi alla Juve faceva sedute giornaliere di 3-4 ore) metteva la musica a palla, e fu uno dei primi. Era figlio di un maresciallo dei carabinieri, era stato lui stesso bersagliere nei lagunari, metteva la disciplina davanti a tutto. Stimato per le sue idee, ma non molto amato dai colleghi, cui non piacevano quei metodi così esasperati e quella ricerca a tutti i costi nel voler trasformare i calciatori in gladiatori. Resta un fatto: le squadre allenate da Ventrone correvano più di tutti. E sembravano non stancarsi mai. Alla Juve nella seconda metà degli anni 90 Lippi gestiva le situazioni tattiche e - dall’alto della sua personalità - manteneva alto il livello di motivazione di ciascun giocatore, ma era Ventrone a far correre la squadra, trasformando il pressing in un credo esistenziale. “Chi sopravvive ai suoi metodi di lavoro ha qualcosa di speciale”, dicevano gli juventini degli anni d’oro.
Era uno stakanovista, si era persino inventato la vacanza-lavoro con i giocatori al mare, impegnati tra relax e corse sulla spiaggia. Così li teneva sotto osservazione. E’ stato un uomo che - con i suoi metodi - ha portato il calcio ad un livello muscolare superiore: in quel passaggio epocale tra gli anni 90 e l’inizio del Duemila i calciatori erano sottoposti ad un 30% di partite in più e finivano per giocarne una sessantina all’anno, con ritmi sempre più forsennati. L’evidente aumento del tono muscolare di alcuni big di quelle stagioni - pensiamo a Vialli o a Del Piero - fece molto discutere, ma i risultati del campo premiavano il lavoro di Ventrone. Erano anni quelli in cui il supporto medico - non solo come medicina generale ma anche come analisi dei dati fisiologici, della scienza e dell’alimentazione - diventavano sempre più importanti nella costruzione di una squadra. Con qualche ombra: l’uso della creatina - che all’epoca non era vietata - andò ad alimentare i sospetti che poi sfociarono nel famoso processo per doping. Ventrone fu l’alfiere massimo di questa nuova filosofia muscolare, di sicuro il più vincente. Nella sua carriera ha allenato anche il Siena - proprio con Antonio Conte - l’Ajaccio in Francia e il Jiangsu Suning e al Guangzhou Evergrande, con Fabio Capello e Fabio Cannavaro.