Addio a Mario Suggi:| Decano degli allenatori
Il tecnico gentiluomo che ha valorizzato centinaia di calciatori livornesi facendosi apprezzare per competenza, educazione e senso del rispetto, se ne è andato ieri all'età di 91 anni. Le esequie del decano degli allenatori (conosciutissimo nella zona di Colline) si terranno lunedì prossimo alle 9,30 alla camera mortuaria dell'ospedale per dar modo a suo figlio Vasco (ex assistent coach della Libertas) di rientrare da un viaggio all'estero. Mario Suggi - che lascia i nipoti Gaia, Ennio e Anna - fu per anni vice direttore all'Aamps, dopodiché coltivò la sua passione per il calcio che lo vide allenatore dei Portuali, del Livorno e anche tra i fondatori della società Armando Picchi e contribuì anche alla formazione di Eolo Falorni, poi affermatosi pure come talent scout a livello nazionale. «Mio zio - ricorda commosso Ennio Suggi - è stato un uomo meraviglioso in famiglia, nella sua attività lavorativa e nel mondo del calcio. Lui non allenava per vincere ma per formare i giovani e tirare fuori dai ragazzi il talento che avevano». Con gli insegnamenti di Mario si sono affermati da Roffi a Giampaglia, da Garzelli a Lucarelli. «Quando l'Under 21 di Giampaglia giocò a Livorno - continua Ennio -, Rossano andò a casa da mio zio: "Mario questi sono due biglietti per te...", un gesto di affetto che non dimenticherò». Un altro ricordo del nipote: «Rossano era un talento, una mezz'ala fantasiosa ma da ragazzo difettava nei contrasti e nel colpo di testa. E allora mio zio iniziò a schierarlo come stopper. E fece così anche con Garzelli e altri. Davvero innovativo, a conferma che lui lavorava per far maturare i giovani, al di là dei risultati del momento». Testimonianza anche di Corrado Nastasio ex attaccante del Livorno (e Atalanta, Cagliari e Modena): «La scomparsa di Mario mi rattrista, se ne va un persona speciale che ha dato tanto al calcio».