Addio a Maraschi: attaccante moderno, uomo duro e puro, eterna figurina viola
Ultimo di sette figli, originario di Lodi, Maraschi era un attaccante versatile, moderno, capace di svariare su tutto il fronte offensivo. Era anche - così lo ricordano - un uomo buono, consapevole di essere un privilegiato. Al «Guerin Sportivo», in un’intervista concessa a fine carriera, disse: «Non sono mai stato un fanatico delle femmine, ma nemmeno mi sono tirato indietro. Sul campo rendevo e allora perché avrei dovuto rinunciare alle gioie del sesso?». Non aveva timore di gettarsi nella mischia di certe partite, era un coraggioso che sapeva farsi rispettare anche in area avversaria. Le dava e le prendeva, come si usava in quegli anni a cavallo tra i ’60 e ’70, quando ci si menava con una forma antica di lealtà, accettando tutto. Fu lui - involontariamente - a spezzare la carriera di Giovanni Vavassori, stopper del Napoli di Vinicio nei primi anni ’70. Ai tempi della Sampdoria, durante un’amichevole a Recco, diede un pugno ad un tifoso, dritto in faccia perché lo sventurato gli aveva dato del disonesto. Era così. Maraschi. Duro e puro, senza infingimenti. In maglia blucerchiata lo ricordano ancora per un gol in rovesciata in un derby del 1974. Mancava un minuto alla fine, Marasxchi stoppa il pallone di petto e senza pensarci più di tanto, e da appena dentro l’area piazzò la rovesciata vincente. con quel gol Maraschi conquistò la folla di Marassi andando ad esultare sotto la curva. «Una rovesciata per sempre» è lo slogan con cui la la Sampdoria lo ricorda sul proprio sito.
In maglia viola in Serie A Maraschi collezionò 79 partite e segnò 31 gol (115 e 48 considerando anche le coppe): fu quello il suo periodo migliore, tappa fondamentale di una carriera - lunga 22 anni - che l’ha visto giocare anche con Fanfulla, dove aveva cominciato giovanissimo, Pro Vercelli, Milan, Lazio, Bologna, Lanerossi Vicenza - dove è rimasto un idolo e dove con Luis Vinicio formò una grande coppia d'attacco - Cagliari e Sampdoria, per chiudere a Legnago nel 1978, alla bella età di 39 anni. Viveva in provincia di Vicenza, ad Arcugnano, dove si era stabilito nel finale di carriera. La sua passione era il golf, aveva cominciato negli anni ’70, quando ancora pochi lo praticavano. Amava l’ippica, era stato anche un buon driver.