Acerbi, il giorno della verità. Anche l’Inter romperà il silenzio, ad oggi mai parlato di risoluzione
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LE PROVE - È la sua parola contro quella di Juan Jesus, non ci sono immagini che inchiodano Acerbi né testimoni in grado di confermare la tesi dell’uno o dell’altro. Juan Jesus afferma di aver ricevuto insulti razzisti, Acerbi nega e sostiene che il collega abbia frainteso. C’è però un quadro giudiziario formato da indizi: le continue scuse di Acerbi in campo, le immagini che mostrano Juan Jesus parlare con l’arbitro mentre compie gesti inequivocabili, e anche il fatto che lo stesso Acerbi a fine partita non sia andato davanti alle telecamere a fare fuoco e fiamme per togliersi immediatamente dall’equivoco. Prove sommarie, ma che potrebbero bastare alla giustizia sportiva per emettere una condanna neanche troppo morbida nei confronti del difensore nerazzurro.
SI ROMPE IL SILENZIO - Questa mattina si chiuderà un caso che tiene ormai banco da oltre una settimana, con il paradosso che sembrava dovesse terminare tutto li sul campo a fine partita, almeno ascoltando i due protagonisti. Poi Juan Jesus è tornato sui propri passi, probabilmente infastidito da una versione dei fatti, quella di Acerbi, che lo avrebbe fatto passare come il bugiardo della situazione. Si è così reso necessario l’intervento del giudice sportivo al fine di giungere a una conclusione, con l’Inter che finora ha comprensibilmente preferito il silenzio attorno alla vicenda. Ma dopo la sentenza del giudice sportivo, anche i nerazzurri faranno sentire la propria voce. Acerbi attende il verdetto.