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    Abusi sessuali nello sport: la Fifa pensa a un ente che lavori come la Wada contro il doping

    Abusi sessuali nello sport: la Fifa pensa a un ente che lavori come la Wada contro il doping

    Se per lo sport esistesse un'organizzazione anti abusi indipendente, le conseguenze delle accuse degli atleti non sarebbero più in mano a un singolo stato o a una specifica federazione.

    Come si legge su La Stampa, la Fifa ha commissionato uno studio approfondito e si propone di contribuire alla creazione di questa entità già nel 2022, con il proposito di non farne parte. La necessità di un organo nuovo nasce da una esperienza diretta. Caso ragazze del calcio haitiano contro la federazione, le voci hanno iniziato a girare durante la pandemia e proprio come per Peng Shuai si è partiti da sfoghi social raccolti dai giornali. Con il Covid era impossibile mandare investigatori.

    Lo studio, commissionato a una società di Los Angeles specializzata in diritto sportivo, la Butler international, porta percentuali di vari sondaggi fatti in diverse nazioni, i dati non sono omologhi, toccano realtà differenti, ma danno l'idea che i casi conosciuti siano un nulla rispetto al sommerso. Il giro di pedofili scoperto in Argentina nel 2018, il 56 per cento delle donne tesserate per un qualsiasi sport in Turchia che dicono di aver subito violenza fisica o psicologica, i 3000 fascicoli aperti in situazioni dove a gestire l'attività sportiva era la chiesa cattolica. Per l'eclatante condanna contro l'ex medico della ginnastica Usa ci sono voluti quasi 30 anni e più di 500 adolescenti maltrattate. Nel 2019 la procura afghana ha aperto un provvedimento contro il capo della federcalcio e lo ha pure subito fatto cadere mentre la commissione etica della Fifa lo ha squalificato a vita.

    La proposta ha già incassato l'appoggio del Consiglio Europeo, i trattati internazionali utili non sono da inventare, solo da assimilare. 

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