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Abraham vede le streghe, all'ultimo la Roma vince a Verona coi cambi di Mou
GOL E FOLLIA - Alla Roma era andata bene nel primo tempo. Sbagliava gol, ma il Verona sbagliava tutto il resto. Due pali di Abraham che in realtà erano due reti divorate, in mezzo la rete del protagonista, nel bene e nel male, di questa partita, Paweł Dawidowicz, che prima ha segnato deviando alle spalle di Rui Patricio il tiro da oltre 20 metri di Faraoni e 10 minuti dopo ha centrato la coscia di Zaniolo a tacchetti spianati. Sacchi, in campo, non si è accorto di niente, ma il Var (con Maresca) ha funzionato e Dawidowicz è finito fuori. Era il 36'. Poco dopo altro errore imperdonabile di Tameze che il giovane Bocchetti, dopo l’espulsione del polacco, aveva arretrato dalla posizione di trequartista a quella di difensore in marcatura di Pellegrini. Tameze si è fatto fregare palla da Camara una decina di metri dalla sua area: contropiede tre contro due, palla a Abraham, altro palo e altro gol mangiato, solo che stavolta sul tap-in era pronto Zaniolo, l’altro protagonista (solo nel bene in questo caso) del primo tempo del Bentegodi: non segnava in campionato dal 23 gennaio scorso a Empoli. Al secondo minuto di recupero del primo tempo la Roma ha pareggiato e ora aveva un tempo intero per sfruttare la superiorità numerica.
ABRAHAM E LA PORTA STREGATA - La prima clamorosa palla-gol della partita era stata creata dalla prima bella azione della Roma, tutta in velocità, tutta di prima, tutta in verticale: Karsdorp-Zaniolo-Karsdorp-Abraham, l’inglese ha tagliato da sinistra al centro e ha saltato Montipò, a porta vuota ha preso il palo esterno. Perfino Belotti si è alzato dalla panchina per consolarlo. Poi ha segnato il Verona su schema da calcio d’angolo battuto da Veloso. La partita, come sempre accade quando in campo c’è una squadra allenata da chi ama il calcio fisico (e il giovane Bocchetti, visti i suoi maestri, è uno di questi), è stata un combattimento continuo, con duelli diretti, compreso quello fra i due registi Cristante e Veloso. Il Verona, come la Roma, accettava il 3 contro 3, con Ceccherini in sofferenza su Zaniolo, Gunter su Abraham e Dawidowicz che stava emarginando Pellegrini. L’aggressività dei veronesi impediva alla Roma di lanciare le punte come avrebbe voluto Mourinho e certo non si poteva parlare di calcio spettacolo. Attaccava bene Karsdorp a destra, però alla Roma stava mancando la spinta a sinistra di Zalewski, un po’ stanco e un po’ preoccupato dalla presenza nella sua fascia di Faraoni. Stava crescendo invece Mady Camara, un tipo di giocatore con le caratteristiche adeguate a partite di questo tipo, come ha dimostrato anche in occasione del primo gol giallorosso.
I CAMBI LOGICI - Durante l’intervallo sia Mourinho che Bocchetti hanno ritoccato in modo logico le loro squadre. José ha tolto Cristante (ammonito) e inserito un esterno d’attacco come El Shaarawy, arretrando Pellegrini a metà campo; il tecnico veronese ha messo dentro Hien al posto di Ceccherini (anche lui ammonito), ma non ha voluto rinunciare alla possibilità del gol inserendo anche un contropiedista come Lasagna per il più tenero Kallon. Tameze è rimasto in difesa. Dopo 10' della ripresa, Zaniolo ha chiesto il cambio e Mourinho ha inserito Belotti insieme a Volpato (che aveva debuttato come titolare giovedì scorso a Helsinki), entrato al posto di Zalewski. Volpato diventerà l’uomo (diciamo il giovanotto, è del 2003...) della svolta. LENTO ASSEDIO. Ora la Roma era tutta nella metà campo del Verona che si stava difendendo con ordine e senza troppo affanno. Ci voleva un giro palla più rapido per mettere davvero in difficoltà l’Hellas. La prima parata, nemmeno troppo impegnativa, di Montipò, è arrivata al 19' con un tiro di Belotti. Per vincerla, la Roma doveva fare di più. Ci ha provato (e c’è riuscito...) Mourinho dalla panchina con Matic al posto di Mancini e difesa a 4, con El Shaarawy terzino sinistro. Ha risposto Bocchetti irrobustendo la sua difesa con Magnani al posto dello stremato Veloso. In attacco, la Roma non faceva movimento e dietro il Verona poteva controllare senza problemi. Nel finale Bocchetti ha messo Djuric anche per aumentare la statura sugli angoli degli avversari. A poco meno di 10' dalla fine, dentro anche Shomurodov, Roma con tre centravanti, più Pellegrini, più El Shaarawy, più Volpato. Insomma, alla...Mourinho. Su angolo di Pellegrini, Matic di testa ha centrato la traversa: terzo legno romanista in questi 90', il nono in tutta la stagione. Il 2-1 è arrivato con la tecnica e la freddezza di Matic che dal fondo ha messo la palla al limite dell’area sul sinistro di Cristian Volpato: tiro non potente ma preciso come quello di un cecchino. Quattro presenze in A, due gol, tutt’e due contro il Verona. Era il 43', il Verona ha cercato di ribellarsi, si è alzato tutto insieme e la Roma lo ha punito ancora con contropiede e assist di Volpato per El Shaarawy. Tre a uno, festa giallorossa.
IL TABELLINO
Verona-Roma 1-2
Marcatori: 27' p.t. Dawidowicz, 46' p.t. Zaniolo, Volpato 44' s.t..
VERONA (3-4-1-2) Montipò; Dawidowicz, Gunter, Ceccherini (dal 1' s.t. Hien); Faraoni, Veloso (dal 23' s.t. Magnani), Hongla (dal 41' s.t. Sulemana), Depaoli; Kallon (dal 1' s.t. Lasagna), Tameze; Henry (dal 33' s.t. Djuric).
ROMA (3-4-2-1): Rui Patricio; Mancini (dal 21' s.t. Matic), Smalling, Ibanez; Karsdorp, Cristante (dal 1' s.t. El. Shaarawy), Camara (dal 37' s.t. Shomurodov), Zalewski (dal 12' s.t. Belotti); Pellegrini, Zaniolo (dal 12' s.t. Volpato); Abraham.
Arbitro: Sacchi
Ammoniti: 20' p,t, Ceccherini, 23' p.t. Cristante, 27' s.t. Hongla, 37' s.t. Hien.
Espulsi: 36' p.t. Dawidowicz