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    Abolizione delle comproprietà e introduzione dell'obbligo di riscatto? L'esperto illustra le conseguenze

    Abolizione delle comproprietà e introduzione dell'obbligo di riscatto? L'esperto illustra le conseguenze

    Stando a quanto rivelato dalla Gazzetta dello Sport la Lega di Serie A starebbe pensando ad una svolta clamorosa: l'abolizione delle comproprietà, istituto solo italiano. Saranno concessi 2 anni di tempo per quelle già esistenti, dalla prossima estate invece stop alle nuove.

    Calciomercato.com ha interpellato l'Avv. Agente FIFA Jean-Christophe Cataliotti, titolare dei workshop per aspiranti osservatori e manager di calciatori (info su www.footballworkshop.it), per commentare le voci che corrono (stando a quanto rilevato dalla Gazzetta dello Sport) circa il progetto di abolire le comproprietà e quello di introdurre l'isituto del prestito con obbligo di riscatto.

    Cataliotti, per prima cosa, che cosa sono le comproprietà?
    Lo spiega l'art. 102-bis, comma 1, delle NOIF, ai sensi del quale "Una società che ha acquisito il diritto alle prestazioni sportive di un calciatore professionista per effetto di cessione definitiva di contratto, può contemporaneamente stipulare un accordo con la società cedente che preveda un diritto di partecipazione di quest'ultima, in misura paritaria, agli effetti patrimoniali conseguenti alla titolarità del contratto". L'istituto giuridico-calcistico della comproprietà, alla luce dell'articolo sopra riportato, pertanto, si chiama, tecnicamente diritto di partecipazione. In pratica, il diritto di partecipazione fa sì che vi siano due distinti contratti: uno tra società sportiva cessionaria e società sportiva cedente e uno avente ad oggetto la cessione del diritto alle prestazioni sportive del calciatore. Il diritto di partecipazione deve essere concordato tra le società coinvolte nella misura del 50% e l'accordo di partecipazione deve avere durata di un anno, mentre il contratto di prestazione sportiva tra la società cessionaria ed il calciatore deve avere la durata minima di due anni.

    Sarebbe una svolta epocale quella dell'abolizione delle comproprietà. Che cosa ne pensa?
    Penso che, essendoci, ad oggi, oltre 150 "comproprietà" in atto solo nel campionato di Serie A, e quasi 100 in quello di serie B, si tratti realmente di una svolta importante, visto che il diritto di partecipazione costituisce una voce caratteristica dell'attivo patrimoniale delle società di calcio, tipizzata solo nel calcio italiano.

    Circa, invece, l'introduzione del prestito con obbligo di riscatto?
    Circa questa proposta, penso che verrebbe meno un presupposto fondamentale del prestito, vale a dire l'opportunità per la società cessionaria di procedere o meno all'acquisizione definitiva del calciatore in un secondo momento, dopo aver valutato al meglio - nel periodo del prestito - il rendimento agonistico del calciatore nella nuova squadra. Ritengo, altresì, che verrebbe vanificato un altro obiettivo del prestito, quello di poter far fare minuti a giovani calciatori in altre squadre non riuscendo in quella di appartenenza a trovare i giusti spazi. Con l'introduzione del prestito con obbligo di riscatto, diventerebbe meno agevole il "parcheggiare" in altre società i giovani calciatori. 

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