Calciomercato.com

  • Abodi: 'A Milano c'è un problema, San Siro va adattato al futuro. E su Milan e Inter...' VIDEO

    Abodi: 'A Milano c'è un problema, San Siro va adattato al futuro. E su Milan e Inter...' VIDEO

    Andrea Abodi, ministro per lo Sport, è intervenuto dal palco del DLA Piper Sport Forum "La nuova sfida del calcio: combinazione di performance sportiva e finanziaria", in corso di svolgimento a San Siro: "La formula banale del calcio è diminuire i costi e aumentare i ricavi - ha detto l'ex presidente di Lega B e Credito Sportivo - durante il Covid sembrava naturale un abbattimento dei costi, eppure sono aumentati. Anche in una situazione di crisi, il sistema non è riuscito ad abbattere i costi, che poi sono lo strumento attraverso cui si può ambire a migliorare la struttura dei ricavi. Non siamo riusciti a fare né l'una né l'altra cosa".

    I club hanno anche un valore culturale e sociale per le comunità di riferimento, è giusto intervenire per preservare questo valore?
    "È un patrimonio inestimabile, che non viene quasi mai misurato. Se da un alto tutti gli indicatori economico-finanziari li possiamo misurare, il ritorno sociale dell'investimento sta facendo il suo ingresso nel mondo del calcio e secondo me sarà importante. I sentimenti non si misurano, ma sarà importante che il calcio continui ad alimentare questa dimensione molto stretta con le comunità. Bisogna sostanziare questa passione ancestrale e non darla per scontata nel tempo. Un sistema funziona quando ha poco bisogno dell'intervento del legislatore: quando si è chiamati a intervenire troppo spesso, vuol dire che c'è qualcosa che non quadra. E abbiamo avuto di recente tante occasioni nelle quali ho dovuto fare una riflessione: non lo faccio perché vorrei lavorare di meno, ma perché credo che i ruoli debbano essere rispettati. Il calcio deve capire quali sono i suoi fattori di debolezza, nella consapevolezza che la crescita dei fatturati passi attraverso il lavoro quotidiano. Il calcio, soprattutto la Serie A, per me è un fattore centrale per due ragioni. Il primo è la mutualità di sistema, è evidente che ci sia una relazione stretta tra tutte le componenti. Io ho proposto una nuova norma sulla gestione dei diritti TV e sulla mutualità, combinandola a una nuova norma sulle infrastrutture: penso che siano leggi che hanno fatto il loro tempo, soprattutto in tema di distribuzione dei contenuti. Mi sembra il momento di rivedere un po' gli assetti. Quando l'ho annunciato ho riscontrato una ragionevole preoccupazione, l'equilibrio va rotto perché il mercato della distribuzione dei contenuti è cambiato".

    Lei è un ex presidente di Lega B, quanto è stata importante come esperienza?
    "Io sono stato contento di aver fatto quell'esperienza, nata in maniera rocambolesca, grazie a Lillo Foti. Sono stati sette anni molto belli, non so come abbiamo creato quella coesione che c'era: nelle stesse sale della A abbiamo vissuto in modo diverso dalla A. C'è chi diceva che è normale: quando si è più poveri è più facile andare d'accordo. Ma non è vero: quando si è meno benestanti i conflitti sono più cruenti, perché in ballo c'è la sopravvivenza. Quella lega era una fabbrica inesauribile di progettualità, di iniziative: venivamo dalla separazione ed essere coesi era inevitabile. Lo abbiamo fatto a tutti i livelli.

    Chiusura sulla qualificazione a Euro 2024.
    "La Nazionale è andata agli Europei, complimenti, ma dimentichiamo spesso le cinque squadre arrivate fino alle semifinali delle coppe l'anno scorso. Sono la conferma di una qualità che c'è, ma non basta perché quello che succede in campo è determinato da quello che succede fuori ".

    Questione stadio.
    “Se guardiamo la città di Milano, registro positivamente che il progetto del Milan va avanti e che l'Inter ha una sua progettualità. San Siro ha certamente caratteristiche straordinarie e una storia meravigliosa, mi auguro che si possa adattare anche al futuro e non soltanto al passato. E' un auspicio che vale per tutta Italia, a Milano il problema indubbiamente c'è ma mi fermo qui per rispetto soprattutto per quello che farà l'amministrazione comunale, che è il primo soggetto interessato".

    Questione economiche nel calcio.
    "Gli strumenti di gestione della crisi non possono essere la via per l'abbassamento delle perdite. La formula fin troppo scontata è abbassare i costi e diminuire i ricavi. Nemmeno nella situazione in cui c'era il Covid si sono però ridotti i costi. In questo momento ha il sopravvento il perseguimento degli obiettivi, una competitività a qualsiasi costo, ma non porta da nessuna parte nel medio-lungo periodo se non a difficoltà strutturali. Trovare scorciatoie contabili rappresenta un male da contrastare, perché l'equa competizione è quel che incide sulla credibilità. Mi piacerebbe un sistema che sappia ottimizzare gli sforzi, una locomotiva del sistema che si faccia aiutare ponendosi con un piano industriale tale per poter usare gli strumenti idonei. Avere una Serie A importante serve anche a sostenere la base. Tutto converge per sostenere lo sforzo dei club ma a 360° e ognuno prendendosi le proprie responsabilità. Diamo poco significato alle tre finaliste della scorsa stagione e alle altre due semifinaliste in Coppa, che sono un indicativo di una qualità che nonostante tutte le difficoltà c'è".

    Altre Notizie