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  • Abbiati e Locatelli: Milan, che gaffe

    Abbiati e Locatelli: Milan, che gaffe

    • Andrea Distaso
    Si rischia di scrivere un intero libro nell'elencare i record negativi stabiliti dal Milan 2015/2016, guidato prima di Sinisa Mihajlovic e poi da Cristian Brocchi. Dai 49 gol segnati in tutto il campionato (peggior rendimento dall'annata 2001/2002), alla quinta partita casalinga consecutiva senza i 3 punti (l'ultimo precedente era del dicembre 2007), alla sola volta in cui i rossoneri hanno segnato almeno due gol nella stessa partita (è accaduto soltanto nel 3-3 col Frosinone). Carlos Bacca, miglior marcatore stagionale con 18 centri, meglio persino che nel primo anno di Ibrahimovic, ha toccato la miseria di 6 palloni nell'ultima partita con la Roma, ben 44 il portiere Donnarumma, più di qualunque altro suo compagno.

    NESSUNA SCOSSA - Dopo la cacciata di Mihajlovic decretata da Berlusconi in persona, con Brocchi il Milan ha collezionato soltanto 8 punti in 6 giornate, frutto delle vittorie esterne con Sampdoria e Bologna, dei pareggi interni contro Carpi e Frosinone e l'incredibile sconfitta sul campo del già condannato Verona. E quel che è peggio è che la tanto attesa scossa emotiva che il cambio in panchina avrebbe dovuto generare non c'è mai stata, nè sul piano del gioco, nè su quello temperamentale, come ammesso dallo stesso Brocchi. Che ieri ha concesso l'occasione del debutto in Serie A da titolare del centrocampista classe '98 Manuel Locatelli, ma non è riuscito a concedere l'ultima passerella a San Siro a Christian Abbiati, che dopo la finale di Coppa Italia con la Juve appenderà i guantoni al chiodo.

    ABBIATI E LOCATELLI - Una gestione piuttosto cervellotica di due giocatori separati da 21 anni e che avrebbero meritato un'occasione e un contesto diversI da quello di ieri. Locatelli ha esordito ufficialmente lo scorso 21 aprile negli ultimi minuti del match col Carpi e sperava di poter essere chiamato in causa in una delle tre partite con Verona, Frosinone e Bologna, salvo essere preferito a Montolivo nella gara più complicata e contro l'avversario peggiore del momento, la Roma. Non certo il modo migliore per preservarlo dalla figura che ha poi collezionato insieme al resto della squadra e per infondergli autostima. Abbiati, che di Brocchi è grande amico e che, pur avendo sempre giocato nel cammino in Coppa Italia, molto difficilmente sarà titolare con la Juve sabato prossimo, si aspettava un finale diverso di carriera. Le parole rilasciate alla stampa, il non sentirsi più parte di una società con le idee chiare e un progetto, sono pesanti come macigni, perchè ad abbandonare non è un giocatore qualunque, ma l'ultimo rappresentante del Milan che fu, di quello capace di trionfare più volte in Europa con Ancelotti e di portare a casa l'ultimo scudetto nel 2011. Considerando che era l'ultima a San Siro o proprio alla luce dello sviluppo che ha preso il match con la Roma, perchè non si sono trovati i 5-10 minuti per regalargli l'ultima standing ovation del suo pubblico? Domande che, come tante altre, non troveranno risposta, ma che danno il polso di uno stato di confusione che non conosce confini.
     

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