A-League: la top 11 stagionale
Il beffardo finale tra Brisbane Roar e Perth Glory ha visto concludersi una stagione che ha rispettato i pronostici. Anche se nel modo più imprevedibile. Le cinque sconfitte consecutive nel mese di Dicembre sembravano aver chiuso il ciclo della squadra dell'ormai ex mister Postecoglou, ma così non è stato. Quei risultati negativi hanno ancor di più unito un gruppo già solido, ma che forse si era adagiato dopo la vittoria dell'anno precedente. La determinazione, l'intensità e l'organizzazione di gioco hanno sopperito ad un talento inferiore rispetto a team quali Central Coast Mariners e Melbourne Heart, e calciatori del calibro di Broich e Nichols, da soli, sono capaci di trasformare una squadra da normale a vincente. Ma pur con la loro evidente superiorità, allo scoccare del minuto 84 della Grand Final i Roar erano i grandi sconfitti. I Glory, come nel resto della stagione, avevano approfittato di un episodio, l'autogoal di Franjic, per condurre una partita accorta e prettamente difensiva. Il pareggio di Berisha a cinque minuti dal termine gettava nello sconforto Smeltz e compagni, ma nulla se paragonato al "fattaccio" che da li a poco avrebbe infranto definitivamente i sogni di squadra e tifosi accorsi al Suncorp Stadium. Al 95' il venticinquenne arbitro Gillet accordava un penalty ai Roar per fallo di Miller proprio su Berisha. Rigore assolutamente inesistente, con il calciatore albanese protagonista di un'indegna sceneggiata. Il numero 7 realizzava la massima punizione, gettando un po' d'ombra sul suo concetto di sportività e sulla, comunque, meritata vittoria. Brisbane Roar (voto 9.5) campioni per la seconda volta consecutiva, prima squadra nella giovane storia della A-League a riuscirci.
L'onore delle armi ai Glory (voto 9), che a dispetto di tutte le previsioni hanno accarezzato il sogno del primo titolo, grazie alla grande organizzazione difensiva e a individualità di assoluto livello come Shane Smeltz, Liam Miller, Jacob Burns, miglior giocatore della finale, e il baby Joshua Risdon.Merita la promozione la seconda squadra di Melbourne, gli Heart (voto 8+), che pur essendo eliminata al primo turno di post-season ha permesso a molti giovani di mettersi in mostra. Good, Hamill, Behich, Dugandzic e Babalj sono esempi emblematici.
Ottima la stagione dei Wellington Phoenix (voto 8), grazie alla grande esperienza dei suoi giocatori e dell'allenatore Ricki Herbert. Una squadra molto bilanciata e attenta alla fase difensiva. Forse con una età media troppo alta. Discorso a parte per i Central Coast Mariners (voto 7.5), gli unici che sembravano in grado di porre fine al dominio targato Roar. Così è effettivamente stato durante la regular-season (voto 10), salvo poi sciogliersi durante playoff, chiusi mestamente con tre sconfitte (voto 5), causate dal calo fisico e mentale dei suoi giocatori chiave.
I Sydney FC (voto 5/6) sono ormai la copia sbiadita della squadra di qualche anno addietro. Tanti soldi spesi male. Tre i motivi per sperare in un futuro migliore: Joel Chianese e Terry Antonis le sicurezze, Mitchell Mallia la scommessa.
Spreconi i Newcastle Jets (voto 5.5) che con i playoff ormai in cassaforte, perdendo le ultime due partite si sono ritrovati in vacanza anticipata. Ottime per fare numero Melbourne Victory e Adelaide United (voto 4.5), mai in corsa per posizioni di rilievo.
I derelitti Gold Coast United (voto 3) lasciano nel peggiore dei modi la A-League. Ultimi senza alcuna discussione. Con una speranza: Halloran, Cooper e Thwaite troveranno team degni del loro livello
Miglior Portiere
Mathew Ryan (8 Aprile 1992), Central Coast Mariners, 24 presenze / 20 goal subiti
Nonostante il calo di fine stagione è stato senza dubbio alcuno, così come l'anno passato, il miglior portiere dell'anno ed uno dei migliori giovani in assoluto. Classe '92 e talento da vendere, con Thibaut Courtois uno dei migliori prospetti al mondo.
Miglior Giovane
Mitch Nichols (1 Maggio 1989), Brisbane Roar, 24 presenze / 10 goal
Ruolo: centrocampista offensivo
A 22 anni è già alla quinta stagione nel massimo campionato e al secondo titolo di campione. Un'escalation continua iniziata nel 2007, condita da prestazioni esaltanti e goal sempre decisivi. Rimane ancora un mistero il mancato approdo nei massimi campionati europei. I talent scout dovrebbero scrivere e sottolineare il nome di questo ragazzo, e forse anche evidenziare.
Sorpresa dell'anno
Joel Chianese (15 Febbraio 1990), Sydney FC, 9 presenze / 6 goal
Ruolo: trequartista / seconda punta Uno dei pochissimi motivi per non cancellare dagli almanacchi la deludente stagione degli Sky Blues. Grazie ai suoi goal porta la squadra ai playoff e la tiene in vita fino all'ultimo minuto nel match contro i Phoenix. Se avesse giocato dall'inizio!?
Delusione dell'anno
Maceo Rigters (22 Gennaio 1984), G.C.United, 22 presenze / 4 goal
Ruolo: attaccante
L'ombra del calciatore che nel 2007 vinse con l'Olanda e fu capocannoniere agli europei U21. Arrivato in Australia per rilanciare una carriera in declino, ha solo accelerato la discesa. Sfortunato nel firmare con la squadra peggiore, non l'ha aiutata a risalire in alcun modo.
Miglior giocatore A-League 2011-1012
Thomas Broich (29 Gennaio 1981), Brisbane Roar, 20 presenze / 3 goal
Ruolo: centrocampista offensivo
E' opinione comune che Broich sia il più forte giocatore della storia della A-League. Compilare tali classifiche è sempre difficile, ma di sicuro non siamo molto lontani dalla realtà. Il tedesco anche quest'anno ha trascinato la squadra al titolo e non è un caso che il periodo più complicato dei Roar sia coinciso con il suo infortunio. Semplicemente straordinario.
The A-League's Perfect Eleven
Nel costruire questa all-stars si è tenuto conto di diversi fattori. Prima di tutto cercarare di premiare gli atleti più giovani ove possibile, ma soprattutto creare un team che fosse credibile. Una formazione che se messa in campo avrebbe i giusti equilibri nelle diverse fasi. Frequenti, e stucchevoli, sono le top 11 infarcite di punte e mezze punte, che magari fanno sognare i tifosi, ma che se reali regalerebbero agli stessi ben poche soddisfazioni. Il modulo scelto è il 4-2-3-1.Obbligata la scelta di Ryan nel ruolo di portiere, in difesa la scelta era nettamente più ampia. Franijc ha avuto la meglio su Muscat (W.Phoenix) e Marrone (M.Heart) di un'inezia, soprattutto grazie al titolo vinto. La coppia centrale è un concentrato di talento, Hamill, ed esperienza, Sigmund (premiato non a caso come migliore giocatore del club). Zwaanswijk (C.C.Mariners) paga l'età avanzata, nonostante la sua stagione sia stata di altissimo livello. Sulla sinistra Rose, forte dell'ottima esperienza europea, è stata la scelta più agevole, ma il domani sarà targato Aziz Behich (M.Heart). I due mediani non potevano che essere Paartalu e Miller, nettamente superiori alla concorrenza. Il secondo soprattutto ha dimostrato che i passaggi al Celtic e al Manchester Utd non sono stati casuali. Detto di Broich e Nichols, ho voluto premiare Dugandzic, per la duttilità, gli inserimenti ed il senso del goal, skill fondamentali in tale modulo. Unica punta, dopo mille riflessioni, è stato scelto Babalj. Se non fosse stato per la simulazione, Berisha avrebbe occupato il ruolo, ma la sportività è uno di quei fattori che costituiscono la formazione. Smeltz (P.Glory) è stato troppo discontinuo e ha concetrato i suoi goal in poche partite. Babalj è il futuro, un giocatore dal fisico straordinario capace di segnare in ogni situazione, ideale come boa centrale.