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    Inter, basta proclami: Zhang, è ora di mandarli via (quasi) tutti

    Inter, basta proclami: Zhang, è ora di mandarli via (quasi) tutti

    È l’Inter dei proclami, ormai sono rimasti solo quelli. Perché se ad Appiano Gentile cerchi grinta, fai fatica a trovarne. Però c’è almeno un proclama per ogni filo d’erba. Promesse ai tifosi, impegno e concentrazione come cavallo di battaglia di conferenze stampa sempre tese a smorzare ogni polemica. Ma sotto al tappeto non c’è più spazio neanche per un filo di polvere e le magagne si stanno presentando inesorabili. L’Inter cade a picco, Pioli si guarda attorno sconsolato. Wanda Nara esulta su Twitter per la tripletta del suo amato capitano, Icardi va a prendersi orgoglioso il pallone della tripletta per portarselo a casa. Ma l’Inter ha perso a Firenze e di gol ne ha presi 5. A qualcuno interessa?

    È TEMPO DI GIUDIZI - Il dubbio che fracassa le meningi è proprio questo. A chi sta davvero a cuore la maglia nerazzurra? O almeno, a chi sta a cuore l’Inter almeno quanto i propri interessi personali? Una domanda che tutti si pongono, in primis Steven Zhang, attonito in tribuna, quasi incredulo di fronte a tutti gli attacchi viola. Il figlio Zhang Jindong a fine gara è sceso negli spogliatoi per un confronto a cui erano presenti anche Javier Zanetti, Giovanni Gardini e Piero Ausilio, cui è appena stato rinnovato il contratto fino al 2020. Sarà che per la proprietà cinese i proclami non bastano, specie se non accompagnati sul campo da prestazioni all’altezza. E allora è tempo di giudizi finali. 

    CADONO LE DIFESE - Le ultime cinque partite tanto hanno chiarito circa il futuro dell’Inter. Le lacune sono ormai troppo evidenti, in ogni reparto del campo. Pioli ha finora difeso i suoi e generalizzato le colpe. Un atteggiamento che non ha pagato e che forse è addirittura stato lesivo. Perché i colpevoli si sono sentiti fin troppo al sicuro, ma niente hanno fatto per risolvere la situazione e per tirare via l’Inter dalle sabbie mobili. Dopo Crotone Pioli ha affermato che all'Inter rimanevano sette partite per dimostrare di essere una squadra diversa. L’ha ripetuto dopo il derby, quando di gare ne mancavano sei. E l’ha riconfermato anche dopo Fiorentina-Inter, a cinque partite dalla fine del campionato. Insomma, passa il tempo ma l’Inter non reagisce. Però i proclami non mancano mai.
     

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