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A Balotelli piacciono le bocce
Secondo Carragher, “e’stato il peggior acquisto della storia del Liverpool”; per Boban “come calciatore non è un fuoriclasse”. Questi gli ultimi giudizi su di lui. Eppure il talento non si discuteva. Qual è il segreto che attanaglia Mario Balottelli? L’essere stato un bambino “rifiutato”, come disse, dalla sua famiglia (il suo vero nome è Mario Borwuah)? Quel colore della pelle non sempre, purtroppo, facile da portare? La “capa pazza”, ragion per cui appena colto un briciolo di successo si crede un padreterno? La malattia del campione, tipica in un mondo più povero, che, appena si vedono soldi in quantità, fa cadere in una specie di vertigine irresistibile?
Mah! Ne dubitiamo, anche se ogni singola voce potrebbe avere un diritto di cittadinanza nella testa di Mario. Ormai, però, le poche volte che gioca resta ai margini, vagando quasi senza uno scopo. In campo sembra dire: “Che ci faccio io qui?” E non solo in questo Milan. Forse, come sostengono i suoi amici, ha giocato troppo poco, forse ora è giunto il suo momento e ci vuole solo un po’ di pazienza.
A noi però è venuto un dubbio. Non sarà che a Balotelli del calcio non “frega” proprio nulla? Il calcio lo ama, ma lui non corrisponde quest’amore. Ci prova a continuare il matrimonio, però non ci riesce. Lui in campo non c’è. E non è colpa di Prandelli, Mancini, Mihajlovic. Non è colpa di nessuno. A tirare calci a un pallone, disporsi in campo, dettare o fare un passaggio proprio non ci sta. Forse a lui piace un altro sport. A lui piacciono le bocce. In tutti i sensi.