5 euro per la A:|Torino come Mantova 2006
I playoff bisogna meritarseli. E finora il Torino non se li è meritati, non solo perché a 90 minuti dal termine del campionato è malinconicamente settimo. Non li ha meritati perché il Torino, almeno in serie B, dovrebbe competere esclusivamente per la prima e la seconda posizione, con eventualmente la terza quale estremo e deludente rimedio. Teoria. Purtroppo questa è soltanto mera teoria. La pratica invece sentenzia ben altra storia: che le aspettative sono state brutalmente costrette alla fame, al livello più basso della secolare storia granata, al minimo vitale. Il successo è che il club esista, viva: nessun’altra pretesa è consentita. Il Toro è un orfanello dei tetri orfanotrofi nella Londra ottocentesca: pane duro e acqua, null’altro. Che triste storia. Da romanzo d’appendice. Ma è vera, purtroppo. E allora Torino-Padova di domenica diventa il Torino- Mantova del 2006. E’lo stesso Cairo a ricordarlo, quando dice: «I nostri tifosi possono fare molto: almeno uno dei tre gol al Mantova lo segnarono loro». Quando prevede: «Avremo uno stadio pieno, bello, al massimo dei massimi, con 25 mila tifosi a spingerci». E quando agisce, lanciando una campagna-sconti mai vista: curve a 5 euro. Quell’entusiasmo, però, quello dell’11 giugno 2006 no, non ci sarà. Ed è la sconfitta peggiore e irrimontabile. Ciò malgrado ogni atomo granata su questa terra è e sarà dentro quella partita, per quanto assurdo, colpevole, fallimentare e misero sia essere ridotti così: costretti a vincere l’ultima di 42 partite per afferrare il predellino dei playoff, il 6° posto (e ciò ribadisce l’enorme patrimonio svalutato e umiliato che il Toro ancora possiede). Però poi, comunque vada, bisognerà pretendere e soprattutto ottenere di più. Tanto di più. Apartire da un motivo di entusiasmo.