35 anni di Dragon Ball: fusioni e onde energetiche, quanti omaggi nel calcio. E Lukaku è il Broly della Serie A
Goku bambino, poi di colpo grande, poi di nuovo bambino. Bulma, geniale, imprenditrice, coraggiosa, che fa impazzire prima Yamcha e poi Vegeta. L'amico Crilin, il Maestro Muten, il nonno Gohan, che poi sarà anche il nome del figlio come nelle migliori tradizioni familiari. E poi il Fiocco Rosso, il torneo Tenkaichi, Piccolo e l'erede Junior pronto a vendicare il padre salvo poi diventare il padrino di Gohan e l'amico più fidato di Goku. E poi Goten, Trunks, la trilogia di cattivi Freezer, Cell e Majin-Bu; l'Onda Energetica, la fusione, l'Energia Sferica e un'infinità di altre cose. 35 anni fa usciva la prima puntata di Dragon Ball nella sua versione anime, e che ha segnato più di una generazione. E lo sappiamo bene perché, oltre ad averlo 'vissuto' davanti allo schermo o sfogliando le pagine 'all'incontrario', lo hanno ricordato più volte i giocatori in mezzo al campo.
E partiamo dall'uomo che sta dominando la Serie A: Romelu Lukaku. Che recentemente ha rivelato: "Io guardavo Dragon Ball e lo guardo ancora oggi. Vai a vedere Goku nella sua nuova evoluzione". Non si è fermato allo Z o al Gt, Big Rom, ma è andato avanti, arrivando fino all'Ultra Istinto, con cui Goku ha superato in forza diversi Dei della Distruzione. Un nerd vero, il 9 dell'Inter, che per stazza e potenza ricorda il Super Sayan originale, Broly. E lo sa anche lui perché, la scorsa stagione, per esultare sui social, ha ribattezzato Sanchez Goku e sé stesso Broly.
Non solo lui, però. Tante, tantissime volte Dragon Ball è comparso sui campi del calcio mondiale: coreografie, scarpini personalizzati, esultanze mo' di fusione (vero Calhanoglu e Kessie? Vero Martinez e Almiron?), o onde energetiche sparacchiate qua e là. Perché alla fine il calcio, quello vero, con gli spalti pieni, è tutta una grande energia sferica. Si incita il pubblico per rendere al meglio. E trovare forze che sembravano scomparse.