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    Milanmania: 30 anni fa Berlusconi, si torna al 4-3-1-2 con Calhanoglu nuovo Rui Costa

    Milanmania: 30 anni fa Berlusconi, si torna al 4-3-1-2 con Calhanoglu nuovo Rui Costa

    • Carlo Pellegatti
    Erano giorni di emozione, 30 anni fa, questi primi di maggio. Il Milan aveva appena vinto la sfida di vertice con il Napoli e stava preparando un’altra partita affascinante, quella con la Juventus. Un pareggio a San Siro e poi l’1-1 di Como regalano lo Scudetto numero 11 al Milan. Dal prossimo 15 maggio, i  fortunati tifosi rossoneri cominceranno a festeggiare, una o due volte l’anno, i trentesimi anniversari di tutti gli splendidi trionfi che il club, guidato da Silvio Berlusconi, ha saputo regalare da quel lontano 1988. Giorni decisivi anche per il nuovo Milan del gruppo cinese che in otto giorni si gioca tutto. Il 9 maggio a Roma la Coppa Italia, poi, eventualmente, lotterà per il sesto posto, la domenica successiva a Bergamo.

    Come arrivano i rossoneri a questo doppio terribile ostacolo? Lo dirà innanzitutto il match di San Siro, perché battere il Verona, meglio con una prestazione convincente, darebbe la spinta giusta ai Gattusiani per affrontare la Juventus e poi l’Atalanta. Marco Fassone lo ha confessato in assemblea: “Abbiamo una grande voglia e motivazioni fortissime!”. Conforta le speranze rossonere l’impressione che il periodo più complicato sembri passato, impressione, ripeto, che deve essere però suffragata dal successo sui gialloblu. E’ stata giustamente criticata la scarsa precisione in area nella partita del Dall’Ara, ma io vedo il bicchiere tre quarti pieno. Mai, nelle ultime settimane, la manovra offensiva aveva prodotto così chiare occasioni da rete come a Bologna, occasioni figlie di azioni rapide, precise, tecnicamente pregevoli.

    Il motivo è presto detto. Stanno tornando alla miglior forma Bonaventura e anche Suso, nonostante un errore sottoporta, ma incredibile nel fantastico dribbling vincente fra tre avversari, chiuso con l’assist a Cutrone. Mi sembra che lo spagnolo abbia lasciato alle spalle il logico periodo di appannamento. Calhanoglu è l’attuale trascinatore della squadra, bravo nel duplice compito di iniziare e chiudere l’azione, sfruttando un piede dolce e morbido. Sono curioso, la prossima stagione, di vederlo dietro le punte, se sono vere le indiscrezioni che parlano di un Milan ’18-’19  in campo con uno spettacolare 4-3-1-2. Dai tempi di Rui Costa, la squadra milanista non disponeva di un ispiratore di queste qualità, magari non così preciso nel lancio verticale, ma certo dotato di un tiro più efficace del “Musagete“ portoghese.

    Concentrazione ora sul Verona. Dimentichiamo gli inebrianti giorni del vino e delle rose di trenta anni fa. Presto per parlare della finale di Coppa Italia. Testa, cuore e gambe sul 5 maggio, che diventa ancora un giorno importante, per il presente e l’immediato futuro. Come quello del 2002. No, l’Inter non c’entra nulla. Il Milan, in quella domenica di 16 anni fa, supera il Lecce con un rotondo 3-0, reti Kaladze, Ambrosini e Shevchenko. Conquista così la possibilità di giocare la qualificazione di Champions League. La Coppa dalle Grandi Orecchie, un anno dopo, entrerà nella bacheca di Via Turati. La sesta della storia!

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