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    Sampmania: tra 'Garra' e spazio, Giampaolo si è innamorato di Torreira. E la Samp lo blinda

    Sampmania: tra 'Garra' e spazio, Giampaolo si è innamorato di Torreira. E la Samp lo blinda

    • Lorenzo Montaldo
    Cervello, grinta, polmoni. Geometria, lucidità, essenzialità. Rapidità di pensiero e di esecuzione, freddezza e umiltà. Quell’umiltà buona, di chi conosce i suoi punti di forza e i suoi limiti ma non teme di mettersi in gioco ad ogni costo. Sono tutte parole che servono a definire la galassia di Lucas Torreira, senza riuscire a completare il quadro d’insieme. Ce n’è una però che più di tutte lo inquadra. E’ il termine ‘Garra’, quella parola sudamericana che vuol dire letteralmente ‘artiglio’, ma che traslata al calcio in associazione con l’aggettivo Charrua assume il significato di coraggio, o se preferite di voglia di provarci fino all’ultimo. Quel sangue agli occhi di chi viene dalla strada, dal basso, quel fuoco che ti spinge a dare sempre un po’ più degli altri, che ti fa arrivare un centimetro più avanti degli altri, che ti fa mollare un secondo più tardi degli altri. Ecco, è questa, più di ogni altra definizione, quella che descrive in maniera più completa Torreira. Uno che fuori dal campo sembra un bimbo, un piccoletto smilzo e leggero, con lo sguardo tranquillo e gli occhi fondi di chi ha lasciato casa presto, e si è ritrovato a dover cercare dentro di sé un nuovo equilibrio.

    Torreira è bravissimo in questo compito. Lui l’equilibrio lo trova di natura. Nessuno sa analizzare lo spazio e le situazioni meglio del numero 34 tra i giocatori della Sampdoria; e pure in Serie A, sono pochi sul suo livello. Torreira analizza il problema, lo prevede, lo scompone e lo frammenta in ogni sua parte, e poi lo affronta. Si piazza esattamente in mezzo al suo cammino, e lo prende di petto, un po’ come fa quando un avversario prova a ripartirgli in faccia. Torreira lo intuisce prima, dove andrai. E ti intercetta, eccome se ti intercetta. In perfetto stile basket, uno sport di cui Torreira è estremamente appassionato nonostante i 164 cm di statura. Un esteta dello spazio e della sua occupazione organica come Giampaolo non può che stravedere per un giocatore del genere. E lo ha gridato a mezzo mondo, anche se non lo ha fatto con le parole – non è nel suo stile: è Torreira il vero, insostituibile tassello della filosofia di Giampaolo. E’ lui il giocatore di cui la Sampdoria non può proprio fare a meno. Né Schick, né Muriel o Skriniar; sono tutti importanti, ma non quanto Torreira. Che è unico proprio per questa sua ambivalenza: sono due giocatori insieme, è un frangiflutti e un fine architetto in un unico involucro.

    Lasciamo da parte per un momento tutti gli screzi e i fastidi che i tifosi della Samp hanno provato in questa stagione leggendo le dichiarazioni del suo agente. Prendiamo le spoglie prestazioni, il mero e semplice rendimento sul campo: quello di Torreira non è mai diminuito. Mai, neppure a fine stagione quando la Sampdoria ha tirato i remi in barca. Il regista è rimasto lo stesso identico giocatore che affrontava senza alcun timore tutto il centrocampo della Roma, forse il reparto più completo di tutto il campionato. Merito della Garra, che non ti permette rilassamenti o cali di tensione. Perché se impari a giocare per le strade di Fray Bentos non puoi mai giocare piano. Non se vuoi emergere. “È furbo, è cresciuto nei vicoli e non nelle scuole calcio. Sa fare le cose, ha buona personalità e buona condizione fisica. È piaciuto a voi, è piaciuto anche a me”. Parole datate 14 agosto e griffate Marco Giampaolo, dopo Sampdoria-Bassano 3-0. Quando Torreira non era ancora nessuno. Un colpo di fulmine vero e proprio, verrebbe da dire, e quando ti innamori in questa maniera così repentina e totalizzante l’altro non lo lasci andare via. Anche se in tanti lo corteggiano, anche se la ‘famiglia’ dell’altro – o in questo caso, il procuratore – spinge per un matrimonio migliore. Magari con un coniuge più ricco, di buona famiglia. Poco importa a Giampaolo, che ha chiesto alla Sampdoria di fare l’impossibile per trattenere Torreira. E la dirigenza blucerchiata proverà ad accontentarlo, forte di un contratto con scadenza 30 giugno 2020 in cui non ci sono clausole. Spiace per chi vorrebbe pagare e portarlo via da Genova: a meno di offerte indecenti, Torreira non si muove. Almeno per la prossima stagione, bisognerà rassegnarsi a vederlo lottare e creare gioco in blucerchiato. Lui con la sua Garra, e poco altro in valigia. Se ne riparlerà tra un anno, eventualmente. Vedremo allora in cosa si sarà trasformato Torreira, quel piccoletto tranquillo che in mezzo al campo diventa grande comeuna montagna.

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    @MontaldoLorenzo

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