Romano: Milan e Roma su Dioussé
DA SAN SIRO ALL’OFFERTA MILAN – Nel frattempo cambia l’allenatore, storia di qualche mese fa. Ma non cambia la sostanza, ovvero la qualità di questo ragazzo. Perché quando proprio Valdifiori saluta e i rinforzi del nuovo Empoli in quel ruolo non brillano così tanto, Marco Giampaolo sceglie di lanciare Dioussé: precampionato a livelli altissimi e via, titolare, sia contro il Chievo che contro il Milan. Chapeau: Assane gioca con disinvoltura, passa entrambi gli esami, i voti presi dopo la notte di San Siro sono da secchione. Non a caso, i dirigenti rossoneri restano folgorati come lo stesso Sinisa Mihajlovic; perché il Milan vince, ma se l’Empoli del leader Saponara gira eccome è soprattutto merito di quel faro Dioussé in mezzo al campo. E allora tentar non nuoce: il Milan ha fatto una vera e propria offerta all’Empoli nelle ultime ore di mercato per assicurarsi Dioussé, subito o per il futuro, valutazione attorno tra i 3 e i 5 milioni. La risposta del presidente Corsi e del ds Carli è stata un “no, grazie”. Anche quando il rilancio rossonero comprende il prestito di un altro giovane interessante come José Mauri. Ma Dioussé non si muove.
RADAR ROMA E SASSUOLO – La motivazione è semplice: l’Empoli vuole coccolarsi Assane, farlo crescere a ‘casa sua’, con un anno di Serie A da protagonista (se continuerà così, chiaro) e la possibilità di veder schizzare la sua valutazione. Per evitare di venderlo troppo presto come è stato per Rugani, poi esploso in una stagione strepitosa; ma anche perché Dioussé può fare molto comodo a Giampaolo, come ai conti del club per una rivendita ben più onerosa di quei 4/5 milioni che si potevano incassare subito con contropartite incluse. Stessa risposta che ha ricevuto la Roma, altra società a fare un tentativo dopo il Milan con Walter Sabatini sull’attenti; ma anche il Sassuolo, altro club attento sempre ad assicurarsi i prospetti migliori, che si è mosso in prospettiva futura nei giorni seguenti trovando ancora il muro dell’Empoli. Perché Assane resta, il futuro è nelle sue mani e il suo valore può esplodere. Dipenderà da lui, quel diciassettenne che ha acceso la luce a San Siro e poteva finirci da subito, per davvero. Ancora neanche maggiorenne. E’ un’altra favola di quel paese dei balocchi chiamato Empoli, non una barzelletta.