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    Gerson, la Roma e il balletto delle provvigioni misteriose

    Gerson, la Roma e il balletto delle provvigioni misteriose

    • Pippo Russo
    Adesso che il trasferimento dalla Roma al Lille è sfumato, è il momento di analizzare alcuni dei misteri che circondano la figura di Gerson Santos Da Silva, centrocampista brasiliano classe 1997. Presentato come “il nuovo Pogba” al momento dell’acquisizione da parte della Roma, avvenuta con le modalità opache di cui Calciomercato.com riferì immediatamente, il giovane calciatore ha fatto presto a bruciare le elevate aspettative sul suo conto. L’inspiegabile scelta di mandarlo in campo nella formazione scesa in campo lo scorso 17 dicembre allo Juventus Stadium ha chiuso il cerchio della delusione, oltre a rafforzare i dubbi sulla gestione del gruppo da parte di Spalletti. La sua possibile partenza verso la Francia era stata accolta senza traumi, se non fosse per le cifre spropositate di cui si è parlato: 5 milioni per il prestito, più un obbligo di riscatto per il club francese fissato a 13 milioni. Fanno 18 milioni in tutto. Un enorme atto di fiducia, verrebbe da dire. Ma liquidarla così significherebbe minimizzare la vicenda, che invece presenta alcuni aspetti meritevoli d’essere chiariti.

    Un primo aspetto riguarda la cifra altrettanto spropositata spesa dalla Roma per acquisire il calciatore: 18,9 milioni, più un contratto quinquennale con scadenza 2021. Per conoscere questa cifra si è dovuto attendere ottobre 2016, quando è stata presentata la relazione finanziaria sul bilancio chiuso il 30 giugno dello stesso anno. Il dato viene indicato a pagina 81 del documento. E quello stesso documento contiene molte altre informazioni interessanti già nella pagina successiva, dove viene pubblicata una tabella relativa a tutti i costi per acquisizioni di calciatori. La colonna degli “Oneri accessori – compensi ad intermediari” informa che il club giallorosso ha pagato ben 17,631 milioni per intermediazioni durante l’esercizio che va dal 1° luglio 1015 al 30 giugno 2016. Alcuni casi sono clamorosi. Antonio Sanabria è costato 1,3 milioni di commissioni su una spesa di 4,926 milioni per l’acquisizione delle prestazioni sportive, con l’intermediazione che dunque pesa per quasi un terzo oltre la cifra d’acquisto. Discorso analogo, ma con percentuali superiori, nel caso di Ezequiel Ponce: costato 1,8 milioni d’intermediazioni, cioè oltre un terzo rispetto a una cifra d’acquisizione delle prestazioni sportive che ammonta a 5,229 milioni. I record vengono battuti con Silvio Anocic e Nemanja Radonijc. Il primo costa 150 mila euro per l’acquisizione e 170 mila euro per l’intermediazione, il secondo 1,040 milioni per l’acquisizione e addirittura 3,1 milioni per l’intermediazione. E merita d’essere segnalato che, dopo aver comportato per il club giallorosso un esborso per commissioni tre volte più alto rispetto all’acquisizione, Radonjic è adesso parcheggiato il prestito ai serbi del Cukaricki. Fanno 4,140 milioni per un calciatore fin qui inutile alla causa giallorossa. Tutte mosse di mercato realizzate da Walter Sabatini, che adesso va in giro a rilasciare interviste in cui s’atteggia a poeta maledetto del calcio, con tanto di copertina sul Venerdì di Repubblica.

    Rientra in quella stagione di mercato anche l’operazione che ha portato Gerson in giallorosso dal Fluminense. E come accennavo, si è conosciuto l’ammontare dell’operazione soltanto lo scorso ottobre. E qui c’è un’altra stranezza. Il sito web ufficiale dell’AS Roma, nella sezione Corporate, riserva sotto la voce Investor Relation uno spazio alle Operazioni di mercato. Ebbene, in quella sezione non trovate riferimenti a un’operazione dispendiosa come quella che porta all’acquisizione di Gerson. Sarà certamente una dimenticanza, ci mancherebbe altro.

    Fin qui sono stati esposti gli aspetti sconcertanti dell’affare Gerson relativi al versante giallorosso. Ma spostandosi sul versante francese le perplessità, se possibile, aumentano. Innanzitutto perché il Lille era pronto a mobilitare, tra prestito e obbligo di riscatto, una cifra (18 milioni) che quasi avrebbe pareggiato quella spesa dalla Roma per acquisire il giovane centrocampista brasiliano dal Fluminense. Una mossa difficilmente spiegabile, ma che avrebbe avuto una logica guardando a chi sia il nuovo proprietario del club francese. Si tratta del finanziere ispano-lussemburghese Gérard Lopez, fondatore di Skype (successivamente rivenduta, con elevatissime plusvalenze per gli investitori) col pallino dell’investimento in sport. Nel 2009, tramite Genii Capital, acquisisce una quota maggioritaria della scuderia Renault in Formula 1, ribattezzandola Lotus. Quell’avventura si rivelerà un disastro economico. Fra i creditori della scuderia si troverà anche Kimi Raikkonen. L’avventura si concluderà col riacquisto della scuderia da parte di Renault.

    Ma la grande passione di Lopez resta il calcio. Presidente dal 2007 del Fola D’Esch, club lussemburghese in cui aveva giocato da ragazzo, ha provato a scalare diverse società calcistiche. Si è parlato di un interessamento per l’Hull City e per l’Olympique Marsiglia. Ma poi è arrivata l’acquisizione del Lille, secondo una modalità opaca denunciata da Mediapart. Storie di società offshore, con un intreccio che arriva fino alle Isole Vergini Britanniche. In particolar modo, come si era già sottolineato nell’articolo pubblicato a suo tempo da Calciomercato.com e come ribadisce un lungo pezzo di Yann Fossurier su France 3 Regions, Lopez è coinvolto in operazioni di TPO attraverso il fondo Mangrove Capital, soggetto in cui è coinvolto anche l’ex vicepresidente del Barcellona con delega ai settori media e marketing, Marc Ingla. Proprio Mangrove ha investito in una quota dei diritti su Gerson, il 22,5%. Quota posseduta quando la Roma di Sabatini ha acquisito il calciatore, per intenderci. Il Lille di Gerard Lopez ha tentato di prendere un calciatore che era stato sotto il controllo del fondo di Gerard Lopez, pagandolo quasi quanto lo aveva pagato la Roma quando il giocatore non aveva ancora visto svalutare il proprio valore. Va’ a capire.

    @pippoevai

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