Roma, come provare a vincere contro l’imbattibile Leverkusen di Xabi Alonso
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ATTACCHI AL QUINTO E RIMORCHI - Non vi tedierò mostrandovi ogni singolo gol subito dagli uomini di Xabi Alonso in questa stagione, anche perché non ci sarebbe spazio. Stando solo al campionato, ne hanno subiti 23. Per fare solo un rapido confronto, pensate all’Arsenal primo in Premier, che ne ha subiti 28, al City secondo (33), ma anche al Real Madrid (22), e infine, last but not least, all’Inter di Inzaghi (19), la più performante difensivamente parlando. Insomma siamo lì. Ci interessano piuttosto le costanti. Perché dalla visione di questi gol subiti affiorano, come sempre, delle debolezze, diciamo, caratteristiche. Ad esempio l’attacco diretto ai ‘quinti’ del 3-4-2-1, il reparto difensivo delle Aspirine, spesso alto e in linea, lo soffre abbastanza. Lo vediamo bene in questo Bayer-Stoccarda di sabato 27 aprile, giusto il fine settimana prima di Roma-Leverkusen.
Accostando questa immagine alla successiva che vi propongo, la palla di Mancini per El Shaarawy, direttamente sopra Stanisic, si può pensare che una sbirciatina De Rossi gliela avesse data. E come Leweling era sfuggito a Grimaldo sul lancio di Anton, così il faraone ha sorpreso il croato raggiungendo il fondo dopo il controllo a seguire e mettendo poi un pericolosissimo cutback per Lukaku.
Dall’altra parte lo stesso, mutatis mutandis. Ok, in questo caso qui sotto Cristante effettua un filtrante rasoterra ed è più vicino, ma il tema resta quello: attaccare i quinti, a maggior ragione l’offensivissimo e poliedrico Grimaldo. In entrambe le situazioni si nota un fatto strutturale nella contrapposizione del Bayer Leverkusen. I due centrocampisti di Xabi Alonso non sempre riescono a pressare e al contempo garantire densità sulla trequarti. Inoltre nel ripiegamento conseguente a un’eventuale imbucata, non sempre riescono a coprire il rimorchio delle sottopunte.
Qui sotto appare chiarissimo nel prosieguo dell’azione. Peccato per l’errore tecnico di Karsdorp che non riesce a servire preciso l’accorrente Dybala. È giusto l’azione che precede quella gaffe in difesa, per dire come il calcio sa essere spietato.
SOLUZIONE CONTE - Più o meno una diramazione dello stesso tema può essere la palla diretta per Lukaku, molto contiana e sempre efficace. Specie se il Bayer scala in questo modo, costretto a non tradire la pressione alta e al tempo stesso volendo accorciare su Dybala con un braccetto. Da questo lancio di Svilar discende l’ammonizione del centrale Tah nell’uno contro uno in corsa col gigante belga.
I BREAK - Anche i break possono diventare un fattore. Ora il Bayer Leverkusen non è una squadra che ha subito in stagione molti gol da transizione. Però, amando palleggiare, il rischio è sempre dietro l’angolo se l’avversario va deciso in pressione. Come in questo caso El Shaarawy che intuisce il pattern in costruzione tra braccetto, quinto e interno, e lo spezza intercettando il link, per poi consegnare il pallone a Dybala per il tiro dal limite.
Vale la pena menzionare gli ottavi col Qarabag in questo senso, con la squadra di Qurbanov che si era portata addirittura sul 2 a 0 a fine primo tempo, grazie a due palloni recuperati e trasformati immediatamente in gol. In particolare il secondo, una ripartenza fulminea e iper verticale innescata da Andrade e finalizzata da Juninho.
IL VERO PUNTO DEBOLE - Il vero punto debole del Bayer Leverkusen resta però un altro: la gestione delle palle inattive. Dai corner alle punizioni sulla trequarti. Non a caso la Roma ha colpito la traversa con Lukaku proprio sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Roma che peraltro eccelle in queste situazioni, essendo farcita di ottimi saltatori ma anche di ottimi battitori. Va notato che ciò che mette in difficoltà più di frequente il Bayer è in particolare un modo di calciare queste palle da fermo. Quando cioè gli avversari arrivano indirettamente nel cuore dell’area di rigore, o muovendo palla da corner per smuovere le marcature (vedi domenica il gol di Ekitike dell’Eintracht), o banalmente utilizzando una torre sul lato debole, per rimettere al centro il pallone disorientando i difensori. Un po’ come appunto Paredes con Lukaku, o qui sotto Klarer per Vilhelmsson del Darmstadt.