Pippo Russo: Se Doyen cerca lo scontro e a pagare è il Seraing...
Un piccolo club dalla storia movimentata. È il Seraing, appartiene alla cittadina della provincia di Liegi rinomata soprattutto per i giacimenti di carbone e per l’industria della cristalleria, e in 115 anni di vita ha attraversato vicende movimentate. Come RFC Seraing colleziona otto presenze nel massimo campionato belga, con un terzo posto e la qualificazione alla Coppa Uefa come traguardi più alti. Ma alla fine del 1996 deve anche subire uno di quegli abusi che il mondo del calcio tollera troppo spesso: la cessione allo Standard Liegi del titolo sportivo (LEGGI QUI). La nuova società è costretta a ripartire dalla serie D, e da lì impiega dieci anni per risalire in terza divisione dove rimane fino al 2013. L’anno in cui il Seraing diventa un club satellite dei francesi del Metz, la cui proprietà un anno dopo restituisce alla storia del club quanto era stato portato via a metà anni Novanta: compra una matricola del campionato di B belga e iscrive lì il club (LEGGI QUI).
Da ieri il Seraing ha anche un primato: è il primo club nella storia a essere stato sanzionato per avere violato le regole sulle TPO, inasprite dalla Circolare 1464 della Fifa, pubblicata il 22 dicembre 2014. È stata la stessa Fifa a darne notizia ieri attraverso il proprio sito ufficiale con un comunicato che mantiene oscuri alcuni dettagli (LEGGI QUI). Il testo dice che il club ha violato le regole "per avere venduto quote dei diritti economici di diversi giocatori a una terza parte, e per avere istituito contratti che hanno consentito a una terza parte di avere influenza sull’indipendenza del club e sulle sue politiche in materia di trasferimenti di calciatori". Ma nel comunicato non vengono fatti i nomi delle terze parti e dei calciatori coinvolti. I soli dati certi riguardano l’entità delle sanzioni: 150 mila svizzeri e divieto di tesserare calciatori durante le prossime quattro sessioni di calciomercato. Dunque, niente nuovi acquisti fino a gennaio del 2018. In coda al comunicato è anche scritto che il club è stato avvertito in giornata della sanzione. Circostanza, quest’ultima, che il sito ufficiale del Seraing smentisce. In una news pubblicata ieri il club belga ha riprodotto il testo quasi integrale del comunicato Fifa, escluso l’ultimo passaggio, quello in cui si dice che è stata data notizia della sanzione al Seraing. Tale frammento è stato sostituito dai due capoversi iniziali della news, in cui si dice che il club non ha ricevuto nessuna comunicazione ufficiale dalla Fifa (LEGGI QUI).
È venuto a conoscenza della notizia attraverso la stampa. Se davvero le cose dovessero stare in questi termini, si tratterebbe d’una dimostrazione di basso stile da parte della Fifa. Ma, al di là di questi aspetti comunicativi, bisogna guardare meglio dentro i dettagli di questo caso. Per svelare alcuni elementi che dal comunicato della Fifa non emergono e individuare la presenza di una vecchia conoscenza: Doyen Sports Investments.
Al legame fra il fondo d’investimento maltese e il club della serie B belga Calciomercato.com aveva fatto cenno lo scorso luglio: Doyen e Seraing hanno promosso in modo congiunto, presso il Tribunale di Prima Istanza di Bruxelles, un ricorso contro la Fifa e la sua Circolare 1464 per abuso di posizione dominante. Ricorso rigettato in data 24 luglio, con sonora sconfitta per Doyen (LEGGI QUI). In quella circostanza il Seraing si associò il ricorso perché, secondo la versione del club belga, gli effetti della Circolare 1464 sono stati pregiudizievoli della partnership con Doyen. Fin qui la versione circolata a luglio. Ma dopo la sanzione inflitta ieri dalla Fifa al Seraing è stato possibile approfondire aspetti della vicenda rimasti fin qui oscuri. Ciò è stato reso agevole dal lavoro condotto dagli amici di Asser Sport Law, un prezioso blog dedicato ai temi di Sport e Diritto. Un post pubblicato il 25 agosto e firmato da Antoine Duval ha spiegato in punto di diritto i motivi per i quali il ricorso di Doyen e Seraing è stato rigettato (LEGGI QUI) dal Tribunale di Bruxelles. Ma ha anche fornito dettagli sull’accordo stipulato fra il club e il fondo. Al paragrafo I, intitolato 'Facts and procedure', si dice che il contratto di collaborazione fra Doyen e Seraing è stato firmato il 30 gennaio del 2015. E se questa è la verità, siamo già in presenza di una contraddizione con la versione secondo cui al Seraing sarebbe stato impedito, dalla Circolare 1464, di costituire la partnership. Per confutare questa versione basta tenere presenti le date: il 22 dicembre 2014 la Fifa emana la Circolare 1464, annunciando che dal 1 maggio 2015 tutte le TPO/TPI saranno messe al bando; e in mezzo a queste due date, il 30 gennaio 2015, Doyen e Seraing stipulano un contratto di TPO. Sanno di fare una cosa vietata da una circolare emanata poco più di un mese prima, e che di lì a poco più di tre mesi dopo verrà definitivamente bandita. Qui non c’è un contratto sfumato, ma piuttosto un contratto firmato da due soggetti consapevoli di andare contro le regole. Quanto ai contenuti dell’accordo, stando sempre a ciò che riferisce Duval, esso stabilisce che Doyen e Seraing collaboreranno per "selezionare almeno due calciatori per ciascuna finestra estiva di calciomercato, da tesserare per il Seraing con la formula del TPI (Third Party Investment)". In cambio di ciò, Doyen avrebbe contribuirà con 300 mila euro al budget 2015-16 del Seraing, e riserverà per sé il 30% dei diritti economici dei calciatori su cui ha investito. Avete letto bene: Doyen e Seraing si accordano per realizzare affari con la formula del TPI a partire dalla finestra di mercato estiva del 2015. Quando, cioè, il bando decretato dalla Fifa sarà già a regime. Si alleano per fare una cosa vietata dalle regole. Se ne deve dedurre che tutto quanto serva a far scoppiare la controversia legale? Come si dice, a pensar male…
Ma andiamo avanti. In conseguenza dell’accordo, racconta Duval, Doyen e Seraing ingaggiano un calciatore portoghese. Si tratta di un attaccante: Pedro Nuno Ferraz Pereira (LEGGI QUI). Alcuni siti, comprese le pagine di Transfermarkt e Wikipedia dedicate al Seraing, lo hanno ribattezzato Postiga (LEGGI QUI), forse in onore dell’attaccante Helder, quello che faceva un tiro in porta ogni 350 minuti. Chi è costui? Trattasi di un ragazzotto classe 1993, formato nel Boavista ma immediatamente scivolato nei campionati minori. Seraing e Doyen lo prendono dal Cerveira, club che milita nella serie D portoghese. Per chi non lo sapesse, la serie D portoghese ha un livello tecnico che nemmeno nei campionati Uisp. Domanda: sono questi i calciatori sui quali Doyen investe?
Comunque sia, è intorno al tesseramento del piccolo Postiga che scoppia il caso da cui, con ogni probabilità, scaturisce la sanzione emanata ieri dalla Fifa. Il Seraing deposita presso la federcalcio belga (URBSFA) il contratto di trasferimento del calciatore esplicitando che esso è realizzato con una formula di TPI. E, com’è ovvio, sottoposto al Transfer Matching System il contratto viene bloccato per accertamenti. Questo fatto entra a far parte della controversia avviata a marzo scorso presso il Tribunale di Prima Istanza di Bruxelles. Doyen e Seraing lo inseriscono in corsa come fosse un asso da calare. La sentenza del 24 luglio ci ha detto quanto efficace sia stato l’asso.
Questo è il quadro delle circostanze che hanno condotto la Fifa a sanzionare il Seraing. E forse ci sono ancora dei dettagli di cui non siamo a conoscenza, e che verranno resi noti. A partire da quel riferimento a “diversi calciatori” le cui quote sarebbero state cedute a una terza parte. Messa in questi termini si tratterebbe di casi di TPO, mentre il piccolo Postiga è un caso di TPI. Se ne deduce che dovremmo aspettarci altri nomi. Di sicuro c’è un dato: la sanzione Fifa colpisce il Seraing perché il club è un soggetto sottoposto all’ordinamento sportivo, e non colpisce Doyen perché il fondo è un soggetto esterno all’ordinamento sportivo. E questo aspetto è già un bell’ammonimento per chi continua a trafficare con le terze parti.
Infine, una lezione da apprendere: si è andati allo scontro legale intorno alla figura di un calciatore sconosciuto da piazzare in un oscuro club della serie B belga. Per quale ragione? E a chi serviva? Di sicuro c’è che quel club si è visto appioppare una multa da 150 mila franchi svizzeri (cifra pesante, per le sue finanze), e che per due anni non potrà tesserare calciatori provenienti da altri club. Complimenti vivissimi, senhor Nelio Lucas.
Pippo Russo
@pippoevai