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    Pippo Russo: anche l'Espanyol ai cinesi

    Pippo Russo: anche l'Espanyol ai cinesi

    La scalata al calcio europeo condotta dai capitali cinesi ha fatto registrare ieri una nuova tappa. E ancora una volta il passaggio avviene in Spagna, dove già a gennaio di quest’anno si era registrata un’acquisizione di grande importanza. In quell’occasione la manovra aveva riguardato l’Atletico Madrid, e il soggetto acquirente era stato il Dalian Wanda Group capitanato da Wang Janlin, l’uomo più ricco di Cina, che aveva rilevato il 20% dei colchoneros. Stavolta il club e il soggetto acquirente sono meno importanti, ma in compenso è più rilevante la quota acquisita. Il club di cui è stato fatto un passaggio del pacchetto azionario è infatti l’Espanyol, e l’acquirente è il gruppo Rastar (clicca QUI), il cui presidente e maggior azionista si chiama Chen Yasheng. La graduatoria di Forbes relativa ai cinesi più ricchi colloca il proprietario di Rastar alla posizione numero 254, con un patrimonio personale stimato in 1,062 miliardi di euro. Dunque non un ricchissimo di prima schiera, e nemmeno di seconda.

    Ma a dispetto della minore importanza economica e politica dei soggetti coinvolti, l’operazione che porta un gruppo cinese nella proprietà dell’Espanyol si segnala perché il nuovo socio va a acquistare un pacchetto azionario che viaggia verso il 50%. Per l’esattezza, come riferisce El Pais, Rastar ha comprato il 45,1% delle azioni sborsando 45 milioni (leggi QUI). Il gruppo cinese acquisisce così la maggioranza relativa ma non assoluta. La prospettiva è quella di salire al 56% nel medio. I due proprietari uscenti Daniel Sanchez Llibre e Ramon Condal (la loro quota toccava il 35% prima che si perfezionasse l’ingresso di Rastar) rimangono in società e mantengono un peso decisionale. Va dunque a realizzarsi un’operazione che, coi dovuti distinguo, somiglia a quella che dovrebbe portare Bee Taechaubol a rilevare un pacchetto non di maggioranza del Milan, con prospettiva di aumentare la quota in una fase successiva. E per quanto non si possa equiparare due operazioni che vanno prese ciascuna nella propria unicità (tanto più che il passaggio di azioni del Milan a mister Bee pare allontanarsi col passare delle settimane), è interessante guardare a ciò che succede all’Espanyol per farsi un’idea su cosa possa spingere un finanziere asiatico a investire in una quota non di maggioranza assoluta di un club europeo.

    Per capire bisogna delineare l’identità del gruppo Rastar. Come riferiscono due articoli pubblicati sul sito web del quotidiano catalano La Vanguardia (leggi QUI e QUI ), si tratta di una società con sede a Shantou, nel Guangdong. Fondata nel 2000, si chiamava in origine Xinghui Plastic Group. L’attuale denominazione risale al 2005. Rastar è specializzata nella produzione di giochi, e in particolar modo a una classe specifica di oggetti: le automobili giocattolo. Ne produce di tutti i tipi: modelli radiocomandati, modellini da collezione, e auto guidabili da bambini. A partire dal 2013 il gruppo si espande nel settore videogame, e marca una presenza rilevante nell’internet gaming. Rastar ha anche una sezione specializzata in commercializzazione di materie prime per l’industria, è quotata in Borsa, ha un valore stimato in 9 miliardi di euro e un numero di addetti che tocca quota 10 mila. Il suo fatturato è stato di 400 milioni nel 2014, con un rialzo del 13%. Ma il dato che più di tutti può aiutare a spiegare il senso dell’operazione di acquisizione del pacchetto azionario dell’Espanyol viene fornito dalle cifre di vendita ricavate da Alibaba, lo store online che è la risposta cinese a Amazon. Si scopre che Rastar realizza all’estero una quota di fatturato fra 75 e 80%. Un dato che convince la proprietà del gruppo a cercare gloria oltre i confini nazionali e continentali, mirando al mercato europeo come a un nuovo terreno di caccia.

    Tenuto conto di ciò, l’acquisizione dell’Espanyol rientra in una logica tutta interna al modello dell’Entertainment Economy, l’economia dello svago e del divertimento. Il calcio è il vero gioco globale, universalmente diffuso e capace di dare dei formidabili ritorni d’immagine. Inoltre l’Espanyol è club che, pur in un momento di grande sofferenza (140 milioni il debito verso il fisco spagnolo), rimane un brand appetibile così come lo è la Liga spagnola. Nei prossimi mesi scopriremo quali saranno le strategie di sfruttamento del business calcistico adottate da Rastar. Al momento, la notizia fresca è che il gruppo sta per prestare 12 milioni di euro al club per permettergli di far fronte alla rata del debito con Hacienda, il Ministero delle Finanze spagnolo (leggi QUI). Ovviamente il prestito andrà restituito, a un tasso d’interesse che in questo momento non è dato conoscere. Quanto al piano di sfruttamento commerciale da parte di Rastar, è facile immaginare che si giochi sulla piena integrazione tra le dimensioni agonistica e ricreativa: la squadra di calcio da una parte, l’espansione europea dei prodotti di gaming dall’altra. Sarà un bene o un male? Impossibile dirlo adesso. Di sicuro, i 140 milioni di debito non sono stati prodotti dai cinesi. Sicché prendere posizione adesso contro l’invasione dei capitali stranieri e lo snaturamento del fenomeno agonistico suona un po’ tardivo.

    @pippoevai

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