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  • UFFICIALE, IL PARMA È FALLITO. Nominati i 2 curatori. Col Torino si gioca

    UFFICIALE, IL PARMA È FALLITO. Nominati i 2 curatori. Col Torino si gioca

    Regna sempre pioù il caos a Parma, dove la società è a un passo dal fallimento.

    18.30 PARLA TAVECCHIO - Il presidente della Figc Carlo Tavecchio a spiegato all'ANSA la situazione de Parma: "Con l'esercizio provvisorio deciso dal Tribunale per il Parma sono state gettate le basi per l'auspicabile salvataggio della società. Si apre una nuova fase che consente il proseguimento dell'attività".

    15.38 SI' AL FALLIMENTO - Come reso noto da Sport Mediaset, si è tenuta un'udienza lampo al Tribunale di Parma, con la richiesta del fallimento della società. Ecco la decisione: "Il Tribunale di Parma, in data odierna, ha dichiarato il fallimento di Parma FC S.p.A., disponendo contestualmente l’esercizio provvisorio dell’impresa. Con la medesima sentenza il Tribunale ha designato Pietro Rogato quale Giudice Delegato e ha nominato Angelo Anedda - Presidente dell’ordine dei Dottori Commercialisti di Parma - e Alberto Guiotto – Dottore Commercialista in Parma e Presidente della Commissione crisi d’impresa del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili quali curatori fallimentari. L’incarico affidato ai due professionisti è quello di gestire l’azienda, coordinandosi con il tribunale e il comitato dei creditori, accertare le passività fallimentari e le eventuali responsabilità degli organi sociali, liquidare le attività, anche attraverso la vendita dei beni aziendali, il recupero di crediti e azioni di risarcimento danni, per destinarlo ai creditori. Compito dei curatori sarà anche quello di verificare se sussistano effettivamente le condizioni per la prosecuzione e conclusione del campionato di serie A da parte della storica società calcistica".

    DEBITO MOSTRUOSO - Nella sentenza di fallimento del Parma pubblicata dal Tribunale della città emiliana, viene resto noto a quanto ammonti il debito: si tratta di una cifra pari a circa 218 milioni di euro, con un patrimonio netto negativo di 46.696.901 euro. Secondo le informative depositate dalle Guardia di Finanza lo scorso 16 e 17 marzo il Parma Fc ha pure, come riportato dalla sentenza: "un ingente debito sportivo stimabile allo stato in euro 74.360.912 di cui 63.039.920 nei confronti dei calciatori tesserati, salvi ulteriori e più approfonditi accertamenti". Per questo motivo, conclude il giudice Pietro Rogato, ''lo stato di insolvenza appare conclamato ed irreversibile''.

    COL TORINO SI GIOCA - Osvaldo Riccobene, rappresentante del Collegio sindacale del Parma, ha dichiarato, come riportato da Sport Mediaset, che contro il Torino si giocherà: "Abbiamo parlato con i dipendenti e nel pomeriggio incontrerò la squadra. Cerchiamo di mantenere i veri valori della società, ovvero alcuni dipendenti, i giocatori, e cerchiamo di mantenere anche il valore patrimoniale di questa società, per gli stessi dipendenti e per il curatore fallimentare. Siamo un caso unico, precedenti non ce ne sono. Domenica col Torino si giocherà".
     

    12.30 TAVECCHIO SAPEVA - Secondo quanto riportato da Repubblica, dall'editoriale firmato Aligi Pontani, (LEGGI QUITavecchio aveva ricevuto, nel corso dei primi mesi in cui si è insediato alla guida della FIGC, 3 relazioni da parte degli osservatori della Covisoc sulla situazione finanziaria del Parma Calcio. L'ultima, datata 18 dicembre (circa 2 mesi prima che scoppiasse il caso mediatico) tracciava un quadro drammatico della vicenda con una situazione debitoria fuori controllo. Tavecchio ha di fatto ingorato quelle relazioni esponendosi soltanto a giochi conclusi per salvare il campionato convincendo staffe e calciatori gialloblu a concludere la stagione con il sostegno della Lega Serie A. 

    11.15 VERSO IL FALLIMENTO -  Terminata l'udienza pre-fallimentare a cui non era presente il presidente del club Giampietro Manenti, nelle prossime ore è attesa la sentenza definitiva sul fallimento del Parma. Il direttore finanziario Marco Preti ha concesso alcune battute ai cronisti presenti sul posto: "Se ci mettono nelle condizioni giuste, finiamo il campionato. Ma il nostro destino è quello del fallimento, nessun piano per il salvataggio è stato presentato". L'udienza è durata solo dieci minuti e all'uscita dal Tribunale, il sindaco del collegio sindacale Osvaldo Riccobene ha rilasciato alcune dichiarazioni: "Si va verso un fallimento certo. Adesso dobbiamo aspettare e vedere se il giudice concederà l'esercizio provvisorio. La Procura ha chiesto il fallimento, noi non ci siamo opposti. Domenica? Si giocherà, ci sono le condizioni". 

    RASSEGNA STAMPA: 
    di Andrea Schianchi - La Gazzetta dello Sport
    Il giorno più lungo del Parma Football Club comincia oggi alle ore 10.30. Non si gioca in campo, ma in tribunale. I giudici dovranno decidere sulla richiesta di fallimento della società gialloblù avanzata dalla Procura di Parma. Sarà un collegio di tre magistrati a doversi pronunciare e non è detto che la sentenza arrivi immediatamente: potrebbe slittare di ventiquattr’ore, o addirittura essere emessa lunedì. L’impressione, tuttavia, è che il giudice delegato Pietro Rogato e i suoi colleghi cercheranno, nel rispetto di tutti i passaggi formali, di accelerare la pratica. L’arresto ieri mattina di Giampietro Manenti, presidente del Parma, ha di fatto eliminato la possibilità che si proceda con un concordato preventivo o un concordato in bianco: in questi casi sarebbe necessario avere un piano di risanamento e ristrutturazione aziendale del quale, stando agli ultimi eventi, non sembra esserci nemmeno l’ombra. 
    LA RABBIA - Davanti al centro sportivo di Collecchio, ieri, compariva questo striscione: «Ghirardi, Leonardi, Manenti 3 delinquenti». La situazione è davvero insopportabile e il capitano Alessandro Lucarelli racconta il momento: «Che scenario intravedo? Può darsi anche che domani (oggi, ndr) chiudiamo bottega, c’è un fallimento e se non ci sarà un esercizio provvisorio che non è scontato... Io penso solo al Parma, a quello che stiamo subendo da mesi ed è qualcosa di ridicolo, non c’è fine alla vergogna. E tutti quelli che ruotano attorno al Parma stanno subendo delle umiliazioni che non meritano. Contro il Torino si rischia di non giocare? E’ possibile, se falliamo qui si chiude bottega e chiudono tutto. Se sarà aperto l’esercizio provvisorio, vedremo chi pagherà i soldi per aprire lo stadio, ma ora è tutto in alto mare». Proprio così, «tutto in alto mare», anche se qualcosa, in distanza, s’intravvede. Il tribunale, accertato lo stato d’insolvenza della società, potrebbe dichiarare il fallimento e nominare il curatore, al quale spetterebbe la richiesta per l’esercizio provvisorio. La Lega ha messo a disposizione 5 milioni di euro per il caso Parma: questi soldi, stanziati con apposita delibera il 6 marzo, possono essere utilizzati immediatamente. E ciò consentirebbe al Parma, che non ha un euro in cassa per pagare gli steward, il servizio di pulizie e l’energia elettrica, di organizzare la partita di domenica sera contro il Torino. Se il tribunale schiaccerà il piede sull’acceleratore, questo piano potrebbe essere applicato. 
    L’ALTERNATIVA - Esiste, in ogni caso, un’ipotesi B. La Lega, che ieri ha stabilito i recuperi delle partite che il Parma deve disputare contro l’Udinese (8 aprile) e contro il Genoa (15 aprile), sta monitorando con attenzione tutta la faccenda. Oggi il Parma sarà rappresentato in tribunale dal collegio sindacale: toccherà a Osvaldo Riccobene ed Enrico Siciliano gestire l’ordinaria amministrazione. E saranno loro, come referenti del Parma FC, a chiedere al Comune l’apertura dello stadio Tardini. Per le spese di organizzazione della gara contro il Torino interverrebbero, come già accaduto in occasione della sfida contro l’Atalanta, alcuni sponsor: servono circa 35 mila euro. Il sindaco Pizzarotti e l’assessore allo sport Marani, ora che Manenti non è più della partita, sono disponibili a concedere la struttura. In questo caso, soltanto in un secondo tempo, se il tribunale ritarderà la formulazione della sentenza, interverrà il curatore fallimentare. Tutte le istituzioni, insomma, stanno lavorando per garantire il proseguimento della stagione. Al resto penserà il curatore, una volta entrato in possesso della lunga lista dei creditori e dei soldi stanziati dalla Lega. 
     


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