Milan, salta la trattativa con Bee
12.18 - Con questo comunicato stampa, Fininvest smentisce la ricostruzione fatta da Repubblica sulla trattativa con Bee Teachaubol per la cessione delle quote di minoranza del Milan: "Anche oggi Repubblica si sente in dovere di regalare ai suoi lettori l'ennesimo colpo di scena sulle trattative per la cessione di una quota di minoranza del Milan. Che poi tutto questo poco o nulla abbia a che fare con la verità dei fatti, è un dettaglio che evidentemente viene considerato marginale. Se due giorni fa lo scoop fasullo era la fine delle discussioni con mister Bee che invece finite non sono, oggi il quotidiano trasforma in colloqui ormai avanzatissimi un pour parler preliminare - mai negato - con altri soggetti interessati, si dilunga su ipotesi di valutazioni economiche e di governance che non rispondono al vero, fantastica su blitz e pressing per la vendita che nessuno si è mai sognato di fare. E giusto per non perdere l'occasione, riesce perfino a parlare di presunte "difficoltà" di Mediaset, azienda che viceversa ha dati di bilancio positivi e che ha finanziato autonomamente tutte le numerose mosse di sviluppo operate negli ultimi esercizi. Quanti altri finti scoop saremo costretti a leggere prima che la realtà torni a prevalere sulla fantasia e sulle strumentalizzazioni?".
09.15 - Svolta clamorosa nel futuro del Milan, secondo le indiscrezioni riportate dal quotidiano La Repubblica. Nonostante le smentite di rito, sopratutto sul fronte asiatico, è definitivamente tramontata la trattativa tra Silvio Berlusconi e la cordata rappresentata dal broker thailandese Bee Taechaubol per la cessione del 48% del club rossonero per 480 milioni di euro. I continui rinvii dovuti alle difficoltà dell'uomo d'affari thailandese di reperire investitori e risorse necessarie per completare l'operazione, il crollo dei mercati dell'Est del pianeta e le inchieste della magistratura milanese hanno stoppato in maniera definitiva le contrattazioni.
PRIMI CONTATTI - La vera novità però, secondo quanto appreso da Repubblica, è che il Milan resta assolutamente sul mercato e anzi parte da Marina Berlusconi, figlia primogenita dell'ex premier, presidente di Mondadori e elemento di spicco di Fininvest (controllante di tutte le aziende di famiglia, Milan compreso), l'input per liberarsi della società il più presto possibile. Contatti segreti nei giorni scorsi tra uomini Fininvest ed un gruppo di imprenditori cinesi con alle spalle il governo di Pechino si sono già tenuti per provare a mettere in piedi un affare destinato a concludersi in tempi medio-rapidi. Cambiano però clamorosamente le condizioni rispetto a quello che proponeva mister Bee: in questo caso, la nuova cordata rileverebbe immediatamente il pacchetto di maggioranza del Milan per una valutazione complessiva di 600 milioni di euro, ben lontana dalla proiezione di un miliardo data dal gruppo di Bee. Inoltre, i nuovi eventuali proprietari del club di via Aldo Rossi non accetterebbero di buon grado di avere molti uomini legati a Berlusconi nella governance e anzi prevederebbero un ruolo piuttosto defilato per l'attuale numero 1 della società, che potrebbe ambire al massimo alla presidenza onoraria.
09.15 - Svolta clamorosa nel futuro del Milan, secondo le indiscrezioni riportate dal quotidiano La Repubblica. Nonostante le smentite di rito, sopratutto sul fronte asiatico, è definitivamente tramontata la trattativa tra Silvio Berlusconi e la cordata rappresentata dal broker thailandese Bee Taechaubol per la cessione del 48% del club rossonero per 480 milioni di euro. I continui rinvii dovuti alle difficoltà dell'uomo d'affari thailandese di reperire investitori e risorse necessarie per completare l'operazione, il crollo dei mercati dell'Est del pianeta e le inchieste della magistratura milanese hanno stoppato in maniera definitiva le contrattazioni.
PRIMI CONTATTI - La vera novità però, secondo quanto appreso da Repubblica, è che il Milan resta assolutamente sul mercato e anzi parte da Marina Berlusconi, figlia primogenita dell'ex premier, presidente di Mondadori e elemento di spicco di Fininvest (controllante di tutte le aziende di famiglia, Milan compreso), l'input per liberarsi della società il più presto possibile. Contatti segreti nei giorni scorsi tra uomini Fininvest ed un gruppo di imprenditori cinesi con alle spalle il governo di Pechino si sono già tenuti per provare a mettere in piedi un affare destinato a concludersi in tempi medio-rapidi. Cambiano però clamorosamente le condizioni rispetto a quello che proponeva mister Bee: in questo caso, la nuova cordata rileverebbe immediatamente il pacchetto di maggioranza del Milan per una valutazione complessiva di 600 milioni di euro, ben lontana dalla proiezione di un miliardo data dal gruppo di Bee. Inoltre, i nuovi eventuali proprietari del club di via Aldo Rossi non accetterebbero di buon grado di avere molti uomini legati a Berlusconi nella governance e anzi prevederebbero un ruolo piuttosto defilato per l'attuale numero 1 della società, che potrebbe ambire al massimo alla presidenza onoraria.