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Milan, Alex si riscopre fondamentale
Una rondine non fa primavera ma, se il susseguirsi degli eventi ha una logica, era oggettivamente difficile fino a poche settimane fa immaginare che il difensore brasiliano Alex potesse trasformarsi da epurato di lusso a risorsa quasi fondamentale per il Milan attuale, al secondo successo consecutivo in campionato e in crescita rispetto al balbettante avvio di stagione. Da quando l'ex Chelsea e Paris Saint Germain ha ottenuto la fiducia di Mihajlovic ed è stato investito del ruolo di partner d'esperienza di Romagnoli, la retroguardia rossonera ne ha tratto beneficio, mantenendo sì la porta inviolata solo in occaasione della sfida con Paloschi e compagni, ma dando fin dalla trasferta sul campo del Torino la sensazione di una ritrovata compettezza.
QUESTIONE DI MODULO - Due tiri subiti nello specchio nel match coi granata (il gol di Baselli e una conclusione di Maxi Lopez bloccata da Diego Lopez), una sola occasione concessa al Sassuolo a domenica (la punizione vincente di Berardi) e due soli spunti degni di nota per il Chievo ieri, col giovanissimo Donnarumma presente sui tentativi di Pellissier e Paloschi. Merito ovviamente non di un solo uomo o di un solo fattore, ma anche di un cambiamento di sistema di gioco con un modulo (4-3-3) che valorizza meglio le qualità dei giocatori a disposizione e che consete un'occupazione del campo più efficace e ordinata.
ERA AI MARGINI - All'interno di questo contesto c'è l'inserimento di Alex, giocatore troppo spesso condizionato nella passata stagione da una serie di infortuni muscolari e continue ricadute (solo 18 presenze da titolare sotto la gestione Inzaghi) e che in estate è stato offerto un po' a destra e un po' a sinistra (il Santos in persona era venuto a Milano per trattarlo) pur di liberarsi del suo ingaggio da 5 milioni lordi a stagione. Bocciato l'esperimento della linea giovane con Ely e Romagnoli e accantonato momentaneamente anche un giocatore troppo soggetto a cali di concentrazione come Zapata, Mihajlovic sembra aver trovato la soluzione del caso: con Alex, Romagnoli si sente più protetto e sicuro, il Milan subisce meno, prende meno gol e soprattutto ritorna a vincere.
QUESTIONE DI MODULO - Due tiri subiti nello specchio nel match coi granata (il gol di Baselli e una conclusione di Maxi Lopez bloccata da Diego Lopez), una sola occasione concessa al Sassuolo a domenica (la punizione vincente di Berardi) e due soli spunti degni di nota per il Chievo ieri, col giovanissimo Donnarumma presente sui tentativi di Pellissier e Paloschi. Merito ovviamente non di un solo uomo o di un solo fattore, ma anche di un cambiamento di sistema di gioco con un modulo (4-3-3) che valorizza meglio le qualità dei giocatori a disposizione e che consete un'occupazione del campo più efficace e ordinata.
ERA AI MARGINI - All'interno di questo contesto c'è l'inserimento di Alex, giocatore troppo spesso condizionato nella passata stagione da una serie di infortuni muscolari e continue ricadute (solo 18 presenze da titolare sotto la gestione Inzaghi) e che in estate è stato offerto un po' a destra e un po' a sinistra (il Santos in persona era venuto a Milano per trattarlo) pur di liberarsi del suo ingaggio da 5 milioni lordi a stagione. Bocciato l'esperimento della linea giovane con Ely e Romagnoli e accantonato momentaneamente anche un giocatore troppo soggetto a cali di concentrazione come Zapata, Mihajlovic sembra aver trovato la soluzione del caso: con Alex, Romagnoli si sente più protetto e sicuro, il Milan subisce meno, prende meno gol e soprattutto ritorna a vincere.