Keita: 'Ecco perché non sono in ritiro con la Lazio'. Il punto sul mercato
Keita Baldé mette la Lazio spalle al muro. L'attaccante biancoceleste ha scritto su Twitter: ""Amici della Lazio, in accordo con la società ho deciso di rinviare la partenza per il ritiro. Io amo e rispetto la maglia, ma non posso più accettare il trattamento che mi stanno riservando. Cose promesse mai mantenute. Scadenze rinviate. Programmi cambiati. Ho parlato più volte con il presidente e con il direttore: il mio punto di vista purtroppo non interessa a nessuno. Secondo me ci sono due modi di fare le cose. Uno si basa sulla condivisione delle idee e dei progetti, sul lavoro di gruppo, sulla possibilità di crescere insieme costruendo un futuro migliore. L'altro modo, quello scelto al momento, vede una parte della società che cammina da sola senza ascoltare niente e nessuno. Quando poi si aggiunge qualcuno che dice una cosa e ne fa un'altra... allora bisogna fermarsi. Così non si costruisce, ma si distrugge. Un abbraccio".
CAOS CALMO - L'attaccante canterano del Barcellona fa tremare i polsi alla dirigenza biancoceleste da 48 ore. A quanto pare, a Formello, va di moda non presentarsi al ritiro: oltre all'arcinota assenza, definitiva, di Bielsa, boicottano visite mediche e partenza tutti e due gli esterni dal futuro dorato e dal presente con poca continuità. Felipe Anderson sta per vincere il braccio di ferro per partecipare alle Olimpiadi: Inzaghi dovrebbe essere d'accordo e la società ha tutto l'interesse a valorizzarlo, ormai i no di Bielsa sono lontani. E Keita? Ascolta ammalianti sirene, che non cantano da Auronzo, ma da santuari calcistici di ben altra statura. Non si è presentato in ritiro, Keita, e lo farà, forse, solo tra 48 ore. Dopo il No di Bielsa forte la delusione in tutto l'ambiente, tanto da spingerlo a spegnere il cellulare, mandando a vuoto tutte le chiamate della Lazio, che lo cercano. Come mai?
CATTEDRALI SPAGNOLE - Dal suo arrivo alla Lazio, con tutti gli intoppi burocratici che ne hanno ritardato l'esordio in Primavera e lo hanno costretto in tribuna a guardare i compagni giocare gare ufficiali, Keita (classe '95) sogna e ripercorre mentalmente i viali larghi de La Masìa, la casa madre blaugrana. I giovanissimi ragazzini che il Barcellona alleva crescono tra banchi di scuola, disciplina (e Keita pagherà cara una sola mancanza), e mito di Leo Messi, il ragazzino terribile diventato leggenda, che si allena qualche campo più in là. Il richiamo della Spagna, per Keita Baldé Diao, è fortissimo: ci torna sempre in vacanza, anche se quest'anno ha preferito il Messico, si sente pronto per una big della Liga. Il Barcellona è sempre interessato ai ritorni (si guardi i casi Piqué e Fabregas), non può vagliare in prima squadra tutti i suoi giovani interessanti, accetta che qualcuno esploda altrove. Ma il richiamo in catalano è forte, fortissimo per chiunque sia cresciuto con quei colori addosso. Non a caso sono Mès che un club, Più di un club. Una base a cui tornare, una famiglia. Ma non solo: dalla Catalogna si passa all'altro polo del calcio spagnolo, il Real Madrid guidato da Zidane. Che i fatti italiani li conosce bene e ha sentito parlare benissimo dell'esterno biancoceleste, che ha fatto impazzire più di qualche esperto difensore in Serie A. I Blancos sanno della sua gioventù alla corte dei rivali, ma sanno anche esercitare tutto il fascino superbo di Av. de Concha Espina, 1, 28036 Madrid, Spagna. Ovvero lo Stadio Santiago Bernabéu, il tempio del calcio madridista. Anche loro lo stanno tentando, forse addirittura con maggiore concretezza. Poi, in fila, si sono messe anche Valencia e Atletico Madrid, tanto per gradire. Ma tanto per gradire, per meno di 20 milioni Lotito neanche si siede a trattare. E Keita questo non lo gradisce.
SERIE A - Non solo Spagna: in Italia le big si stanno muovendo tutte per rinforzare gli esterni. Keita all'Inter piace, non è un mistero, ma non è neppure così misteriosa la difficoltà a trattare con Lotito, con l'esempio lampante della vicenda Candreva. La Juve si cela dietro le quinte, come sempre con grande cautela e precisione, in passato si era addirittura mossa la Roma: la Lazio Primavera, grazie anche a Keita, aveva appena vinto, a Gubbio, uno storico scudetto, e il cellulare di Keita già trillava. "Ma vai alla Roma?", chiedevano i tifosi nella notte dei festeggiamenti, perché Sabatini di giovani talentuosi se ne intende, e di Keita se ne intende parecchio. Ma nulla di fatto, in quel momento.
SIRENE INGLESI - Senza dimenticare la Premier League: il mercato inglese è tutto in divenire, con le nuove norme post-Brexit che rischiano di pesare su investimenti a lungo termine. Sarebbe tutto da verificare il suo arrivo, anche causa burocrazia: il Leicester di Ranieri ha già fatto acquisti per l'attacco nel suo ruolo, ma c'è un Mazzarri, al Watford, molto interessato alle italianissime vicende di mercato. E non solo, i Reds del Liverpool si sono già informati varie volte sul suo conto.
QUI LAZIO - Per rimanere Keita gradirebbe un sostanzioso adeguamento contrattuale, triplicando i 500mila che percepisce ora. E alla Lazio, questo, non possono accettarlo, per lo meno non ora, non quest'anno. E tra i due litiganti, la situazione potrebbe collassare. Inzaghi lo stima e ha già dimostrato di volergli regalare tanto campo, quello che si saprà meritare, ma il richiamo di Bielsa, in caso, sarebbe stato tutt'altro, per Keita e per i big. Quello che è certo, tra interessi, contrattazioni, e proposte, è il suo cambio di agente (sempre foriero di novità), ora lo gestisce Calenda, magari per trovargli una nuova sistemazione. In un top club, perché ad un top club si sente adatto, Keita Baldé Diao.
— keita balde diao (@keitabalde14) 11 luglio 2016