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    Juventus sempre più ricca e… olandese

    Juventus sempre più ricca e… olandese

    • Marco Bernardini
    E’ ufficiale anche per firme e carte bollate. Exor, da questa mattina, ha trasferito la sua stanza dei bottoni in Olanda, nella città di Amsterdam. A Torino della famiglia Agnelli sono rimasti soltanto gli immobili nei quali i due cugini, Lapo e John, quando proveranno un pizzico di nostalgia per un passato che oggi pare jurassico potranno tornare per dare un poco di aria alle stanze e per scartabellare tra le fotografie d’antan sempre più ingiallite con le figure dei loro antenati quando vestivano alla marinara e parlavano piemontese.
     
    Un poco più a nord, in Val Chisone, a Villar Perosa resta la cappella, senza più posti liberi, attigua alla Villa nella quale il patriarca e vecchio senatore della Repubblica italiana organizzò la scalata al vertice del mondo dell’impresa e della finanza. I suoi operai di Lingotto e Mirafiori lo chiamavano “Giuanin ‘l fundeur”, Giovanni il saldatore. Ironia e timore, insieme. I suoi figli, Gianni e Umberto, divennero re e vicerè. Susanna principessa. I veri eredi, Edoardo e Giovannino, morirono prima di poter agire secondo diritto dinastico.

    I nuovi proprietari del Castello hanno un cognome diverso. Si chiamano Elkann. Per Andrea, ultimo maschio in grado di fornire continuità al marchio di fabbrica originale, hanno riservato il gioiello di famiglia più caro allo zio l’Avvocato Gianni. Mica poco, anche se una briciola rispetto all’intero capitale. La Juventus che oggi, in una dei suoi giorni più tristi ricordando la scomparsa di Gaetano Scirea, celebra la sua rinascita olandese.

    Exor, in quanto finanziaria del Gruppo, è un poco la matrioska russa che dentro contiene le “sorelle” con le quali va a formare un “totem” dalla potenza economica, finanziaria e anche politica di peso internazionale immenso. Accomandita, Gianni Agnelli spa, Fodazione Settembre, Juventus e anche Ferrari.

    Ciascuna di queste entità, a livello sostanziale, di italiano non ha più nulla. Ciascuna di queste sezioni, realisticamente, dipende dalla volontà e dalle scelte degli Elkann e, naturalmente, del loro astuto mago Merlino canadese Sergio Marchionne. Ciascuna di queste macchine produttive, senza ombra di dubbio, da questa mattina e con grande soddisfazione per i soci è più ricca. Il trasferimento in Olanda dell’intero pacchetto significa infatti un guadagno netto del cinque per cento a partire da subito in virtù della detassazione. Inutile tentare di fare i conti. Trattandosi di un capitale composto da milioni di milioni e di milioni, la percentuale apparentemente bassa è in realtà stratosferica. Comunque non una “fuga” ma una ricapitalizzazione che, secondo gli stessi Elkann, dovrebbe giovare anche all’Italia. Come è tutto da dimostrare. In ogni caso staremo a vedere.

    Champagne anche in casa Juventus, dunque, per celebrare questo evento epocale che consente alla società bianconera di guadagnare un altro bel po’ di lunghezze rispetto alle altre consorelle italiane in quanto a potere economico e, di conseguenza, sportivo. Un progetto, quello portato a compimento nella giornata di oggi, che parte da lontano e che per quel che riguarda la Juve dà per scontata la prossima e non troppo in là nel tempo fondazione di una Lega per il Campionato Europeo che vedrà sul nastro di partenza la crema del calcio continentale dal Real al Manchester United, dal Bayern al Barcellona, dal Paris Saint Germain alla Juventus.

    E il più importante step, per ciò che riguarda la struttura bianconera, è stato compiuto. E’ ovvio che non accadrà mai, ma se ne avesse l’intenzione, la Juventus oggi potrebbe affigliarsi al campionato olandese essendo un “soggetto fiscale e finanziario” iscritto alla borsa di Amsterdam.

    Un atto finale che, finalmente, permette di spiegare il comportamento persino sfrontato tenuto dalla società bianconera nelle operazioni del mercato appena concluso. E, in particolare, il “caso Higuain”. Sono certo, al cento per cento, che l’avvocato Gianni Agnelli mai si sarebbe spinto tanto in avanti per portare a termine un “affare” così clamorosamente dispendioso, arrogante e impopolare specialmente in un momento di crisi come quella che, malgrado le dichiarazioni del Palazzo, continua a pesare sulla gente normale del nostro Paese.

    Magari l’Avvocato avrebbe anche voluto, ma non avrebbe potuto farlo perché gli equilibri di buona convivenza tra i condomini del pallone sono esattamente come quelli, non scritti ma scontati, che valgono per l’economia, la politica e la diplomazia. E come tali vanno rispettati. Ma siccome il “trasloco” della Exor era già in atto, allo società bianconera non poteva interessare di meno se qualcuno, in Italia, avrebbe potuto aversene a male. Lei, la Juventus, di italiano ha mantenuto soltanto il nome. Eppoi neppure più quello in realtà mai avuto. E’ vero, vuole dire “Gioventù”. Ma è latino classico.
     

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