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    Juve: Marchisio fa il Pjanic. Allegri, Rugani è meglio di Chiellini

    Juve: Marchisio fa il Pjanic. Allegri, Rugani è meglio di Chiellini

    • Giancarlo Padovan
    A Cagliari Higuain cambia la Juve, le dà il coraggio di giocare come sa, si esalta nell’imitare Mandzukic in corsa e sacrificio, sorride a ciò che riesce a fare meglio, naturalmente dopo i gol: 2 e in totale sono 18 come quelli di Dzeko.

    Allegri avrebbe potuto vincere con il solito cinismo, ma questa volta - a differenza di Crotone - la squadra non si è accontentata ed è andata a prendersi tre punti riscattando trentacinque minuti difficili in cui la palla, sospinta dal vento, schizzava da tutte le parti per finire poi sempre sui piedi degli avversari. Cagliari di aggressione e pressing, Cagliari coraggioso e preciso, mentre Chiellini arrancava più degli altri (ammonito per un fallo, giusto al limite dell’area, su Barella) prima di venire sostituito per le solite noie muscolari.

     Per me non è un caso che il migliore, dietro ad Higuain, sia stato Rugani, il sostituto del centrale difensivo, entratro a freddo senza sbagliare un colpo, una palla, un intervento, un rinvio, un disimpegno. Per me - lo dico sul filo del paradosso - l’inconveniente capitato a Chiellini è stata una fortuna per Allegri e non solo per questa partita. D’accordo che, in vista di Porto, anche Barzagli è infortunato, ma Rugani quando gioca è quasi perfetto, a dimostrazione che, oltre alla concentrazione, possiede doti tecniche che Chiellini non ha.

    Con Rugani, il reparto accorcia con metodo e difende con pulizia, non corre rischi né sui palloni alti (specialità in cui Chiellini eccelle), né su quelli bassi. Meno che mai si avverte l’incipiente pericolo del fallo nell’uno contro uno, magari dentro l’area, che potrebbe essere letale.I trentacinque minuti iniziali del Cagliari sono stati buoni, ma si sono portati appresso un difetto grosso: la mancanza di tiri nello specchio della porta. All’inizio c’è stata una protesta (contenuta) per una spinta di Alex Sandro su Dessena, da azione da angolo, ma Calvarese non l’ha giudicata degna del rigore. 

    Trovo tra i miei appunti una nota. Dice: per la Juve Pjanic è indispensabile. Lo penso ancora, nonostante la prova sufficiente di Marchisio, questa volta in coppia con Khedira a centrocampo, e l’assist del primo gol per Higuain. E’ stata una delle poche volte in cui Marchisio ha pensato e agito in verticale, atteggiamento che Pjanic conserva sempre. L’ho già scritto, ma giova ripeterlo: con il bosniaco, la Juve è meno piatta, la palla viaggia più precisa, l’interdizione sostanzialmente non cambia e c’è un’opzione in più per i calci di punizione.

    C’è da dire che nel modulo a Cinque Stelle Marchisio, in assoluto, non è inferiore né a Pjanic, né a Khedira. Piuttosto, in questa fase della stagione, gli altri due, oltre ad avere caratteristiche differenti, stanno meglio di lui che viene da uno stop di sei mesi. 
    Nell’azione del primo vantaggio, comunque, tutto lo sviluppo è stato verticale: Bonucci ha passato a Marchisio che ha servito Higuain sullo scatto, al limite del fuorigioco (lo teneva in gioco Pisacane). Davanti al portiere, l’argentino ha toccato la palla con un colpo sotto chiudendo in diagonale. Gol stupendo che al 37’ ha disintegrato il Cagliari e la sua voglia di giocare. Il punto non è subire un gol, ma prenderlo alla prima incursione in area dell’avversario, al primo tiro in porta, al primo accenno di azione.

    La Juve è diventata bella nel secondo tempo. Dopo appena due minuti, infatti, ha raddoppiato con una manovra corale che, nell’ordine, ha esaltato Higuain (recupero della palla poco fuori dall’area bianconera), Marchisio (lancio a Cuadrado), Cuadrado (scatto decisivo per raggiungere la sfera e smistarla a Dybala), Dybala (assist per Higuain). Una volta dentro l’area, il Pipa non ha perso tempo e ha anticipato la battuta quasi di punta.
    Sul 2-0 non solo la Juve non si è fermata, ma - agevolata anche dall’espulsione di Barella (21’, doppia ammonizione), si è divertita negli spazi larghi. E se è vero che Buffon è dovuto volare per mettere in angolo una conclusione di Pisacane destinata all’angolo alla sua sinistra, Mandzukic (due volte) ha avuto l’opportunità di siglare il 3-0. Nel primo caso (27’) ha sbagliato il colpo di testa. Nel secondo (45’), sempre di testa, ha colpito la traversa (cross di Cuadrado su azione cominciata dallo stesso croato). Dybala. ancora di testa, ha provato a ribadire in rete, ma Rafael ha respinto miracolosamente. Una Juve collettivo che crede in quello che fa.        

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