Intermania: Mancini contro Zahavi e Kia, che offre Tevez e de Boer
Cristian Giudici
La diagnosi del mal di Mancio, un uomo solo e non più al comando. La pillola del presidente Thohir ("E' il nostro fuoriclasse"), il ritorno su Candreva e l'arrivo di Gregucci come vice non sono bastati a guarire il malessere dell'allenatore dell'Inter. Che col passare del tempo sta prendendo contorni sempre più chiari: il problema non è il contratto in scadenza, né la scelta di puntare su giovani talenti. Non a caso settimana scorsa, interrogato in conferenza stampa su Joao Mario e Gabriel Jesus, Mancini aveva risposto: "Io non li vedo ancora qui, sono tutte chiacchiere". Il tempo sembra dargli ragione, infatti la concorrenza dei principali club europei (Manchester City, Barcellona e Real Madrid) sta facendo allontanare l'attaccante brasiliano del Palmeiras dall'Inter. Che, con la chisura del calciomercato in Cina, ha già visto sfumare la possibilità di arrivare al centrocampista portoghese dello Sporting Lisbona via Jiangsu Suning. IL GATTO E LA VOLPE - A questo punto la domanda sorge spontanea: perché per Gabriel Jesus i nuovi proprietari dell'Inter non sono disposti a investire la stessa cifra (40 milioni di euro) che era stata offerta per Joao Mario? Forse anche per via degli interessi dei due super-agenti vicini a Suning: Kia Joorabchian (il quale sponsorizza l'olandese Frank de Boer per la panchina e offre ai nerazzurri Tevez, che ha avuto un rapporto difficile con Mancini ai tempi del Manchester City) e Pini Zahavi. Quest'ultimo, nella trattativa con lo Sporting Lisbona, ha pagato lo sgarbo fatto portando al Benfica l'attaccante peruviano Carrillo a parametro zero, proprio come il giovane talento serbo Zivkovic. Mancini teme che Zahavi e Kia possano lucrare alle spalle dell'Inter: come dargli torto?