
Football Leaks: Galliani e Doyen, sono affari di famiglia
LA FAMIGLIA ARIF - Per chi ha la bontà di seguire ciò che Calciomercato.com scrive da anni a proposito di Doyen, il nome di Tevfik Arif come socio forte di Doyen non è una novità. L’articolo firmato da Malagutti e Vergine, sulla base della vasta e circostanziata documentazione acquisita da Football Leaks, allarga il raggio all’intera famiglia Arif. Quattro fratelli kazaki che hanno conosciuto il potere dell’ex Urss, e che dopo la dissoluzione dell’impero sovietico hanno saputo ricollocarsi nell’arena dell’economia globale giungendo a realizzare affari con Donald Trump. Sì, proprio il neo-eletto presidente Usa. Che all’inizio degli anni 2000, epoca in cui non era ancora sfiorato da ambizioni politiche, entra in affari con Tevfik Arif attraverso la società Bayrock. Il business di Bayrock è quello del “property developing”, e quanto alla provenienza dei denari vengono segnalati ambienti russi poco rassicuranti. La vicenda imprenditoriale di Bayrock finirà malissimo, quella della famiglia Arif e del rampollo Tevfik continuerà a andare benissimo. Soprattutto in Turchia, il centro strategico del Doyen Group, dove a dare una mano provvedono gli ottimi rapporti con Recep Tayyp Erdogan, l’attuale presidente della repubblica. A dire il vero, proprio in Turchia capita a Tevfik Arif un infortunio devastante: uno scandalo sessuale che lo coinvolge assieme a un gruppo di businessmen russi e ha come scenario lo yacht Savarona, di proprietà dello stato turco (fu utilizzato dal padre della patria Kemal Ataturk), che viene concesso in affitto per la modica cifra di 50 mila dollari al giorno. Gli articoli di stampa pubblicati all’epoca parlano di un blitz della polizia che svela la presenza di dieci escort russe e ucraine, di cui due minorenni. Tevfik Arif respinge immediatamente quelle accuse, e verrà scagionato nel 2011. L’altro dei fratelli Arif fortemente coinvolto in Doyen è Refik, che ha avuto anche l’onore di essere menzionato nei Panama Papers. Stando a quanto riferito dall’Espresso, gli Arif avrebbero investito 72 milioni di euro nel business dei calciatori, lungo un periodo che va dal 2011 al 2015. Un discreto pezzo del patrimonio di famiglia affidato in gestione al senhor Nelio Lucas. No comment.
GALLIANI PADRE E FIGLIA - C’è tanta famiglia anche nel caso di Adriano Galliani. L’Espresso parla della figlia Micol, che per il mondo del calcio non è certo un nome nuovo. Ricorderete la profusione di articoli in cui venivano raccontate le abitudini post-partita del Milan allenato da Carlo Ancelotti, ai cui giocatori venivano serviti gli spaghetti subito dopo la conclusione delle partite. Ebbene, a occuparsi del catering era la “Micol Enterprise”. Che non ha nulla a che fare con Star Trek, perché è una società diretta da Micol Galliani. Fra i clienti della “M Enterprise” c’era anche Expogoal, la fiera sul calcio organizzata dalla Gea World negli anni pre-Calciopoli. Ne è testimonianza l’intercettazione di una telefonata fra Tommaso Cellini e Riccardo Calleri, datata 18 ottobre 2004, in cui viene detto che il catering di Expogoal bisogna farlo fare alla Galliani junior “anche a condizioni peggiori” rispetto a quelle proposte dalla concorrenza. L’Espresso riferisce che Micol Galliani ha lavorato come consulente di Doyen a partire da ottobre 2013, cioè tre mesi dopo il meeting di Taormina. Gli avvocati di Galliani smentiscono, ma il settimanale riferisce che le carte di Football Leaks testimoniano di un “contatto costante con top manager del gruppo, come Matthew Kay e Simon Oliveira”. Inoltre, da quelle carte si apprenderebbe che Micol Galliani si è occupata, per conto di Doyen, delle relazioni con la Panini (quella delle figurine) e di un progetto immobiliare a Beverly Hills. Inoltre, Galliani padre e figlia erano fra i 200 invitati che a gennaio 2014 hanno festeggiato a Londra il compleanno di Nelio Lucas.
MA QUANTO MIAMI? - Del rapporto fra Adriano Galliani e Doyen vengono riferite altre cose. Una trattativa sfumata per il trasferimento di Adem Ljiajic dalla Fiorentina al Milan. E soprattutto il quadretto hardcore che si è acceso intorno ai tentativi di cedere Geoffrey Kondogbia nell’estate del 2013 (sempre quella del meeting taorminese). Il centrocampista, che adesso è la disperazione dei tifosi interisti, appartiene allora in quota dei diritti economici a Doyen. Prima di cederlo al Monaco, grazie ai buoni uffici di Jorge Mendes e realizzando una plusvalenza del 524%, il fondo maltese prova a piazzare Kondogbia presso club dell’elite europea. E per raggiungere lo scopo non risparmia sui mezzi. Riferisce L’Espresso: “(…) nel disperato tentativo di trovare un compratore, il gran capo di Doyen aveva organizzato un party a Miami con ospite d’onore Florentino Perez, il patron del Real Madrid. Un party con fiumi di champagne e belle ragazze invitate per l’occasione. Quel giorno, il 6 agosto 2013, anche l’amministratore delegato del Milan Adriano Galliani si trovava a Miami, dove il club rossonero era impegnato in un torneo amichevole, l’International Champions Cup”. Gli autori dell’articolo riferiscono di avere interpellato l’ad milanista, che ha smentito di avere partecipato a quella festa e d’avere mai trattato Kondogbia nell’estate del 2013 (lo farà, con l’aiuto di Doyen e esiti pessimi, l’estate successiva). Analoga smentita è giunta da Florentino Perez. Di quella vicenda rimane la strana traiettoria del denaro incassato da Doyen per il trasferimento del centrocampista al Monaco, con una parte della cifra stornata a Denos, una società degli Emirati. E restano soprattutto i dettagli sulla preparazione di quella notte a Miami, in uno scambio fra Nelio Lucas e Arif Efendi del quale il sito francese Mediapart (altro partner del consorzio EIC) dà conto senza censure.
@pippoevai