Fiorentina, a te la scelta: Serie A o Europa?
Il turnover prima dell'Europa. Tema caldissimo, perché le scelte di formazione di Paulo Sousa di ieri sono state evidentemente segnate dall'impegno di Basilea.
Prima delle quattro precedenti giornate europee, la Fiorentina aveva collezionato tre vittorie ed una sconfitta cambiando ben 19 giocatori, una quantità abnorme di titolari e di modifiche che, sostanzialmente, hanno riguardato tutta la rosa.
Rispetto alla sfida con il Frosinone, che aveva preceduto il successo sul Lech Poznan di Europa League, la Fiorentina ieri ha mostrato tre titolari diversi: Astori al posto di Roncaglia, Vecino per Badelj e Marcos Alonso sulla corsia sinistra anziché Pasqual. La differenza è che l'Empoli non è il Frosinone e, sopratutto, la squadra di Giampaolo ha un gioco collaudato che i ciociari non possono ancora avere, sia in termini di continuità che di qualità, e per questo la Fiorentina, senza le geometrie di Badelj, il dinamismo di Bernardeschi, la qualità di Ilicic ed il killer istinct - oltre ai movimenti impeccabili - di Kalinic è andata per 45 minuti in balia degli avversari.
In questa stagione per la Fiorentina c'è stato posto per tutti: dai 1233 minuti di Borja Valero, diluiti in 16 presenze, ai 19 minuti di Luca Lezzerini, terzo portiere, contro il Frosinone. Con l'Empoli, però, il turnover sfrenato non ha pagato e la Fiorentina ha pagato il mancato utilizzo, dal primo minuto, di giocatori come Badelj, Ilicic, Kalinic e Bernardeschi rinunciando, di fatto, a 15 gol e 10 assist stagionali.
Contro il Basilea è facile ipotizzare che torneranno tutti e quattro dal primo minuto: una scelta di formazione che è andata un po' in controtendenza rispetto alle parole di Andrea Della Valle, che nel post partita ha poi precisato come sia il campionato, più che l'Europa League, nel mirino della società. In ogni caso, con il Basilea è una sfida da non sbagliare, sia in termini economici che di prestigio perché, per una società ambiziosa come la Fiorentina, non passare neanche la fase a gironi sarebbe un duro colpo da digerire.
I rinforzi arriveranno - il mercato è poco distante - e arriveranno nuove risorse per Paulo Sousa anche se, almeno per ora, le rotazioni sfrenate hanno dato buoni esiti. La sfida di ieri ha riaperto il capitolo Mario Suarez: con la Fiorentina che continua a spingere per Walace a centrocampo, quella di Firenze potrebbe essere, per l'ex Atletico Madrid, una porta girevole. Troppo brutto per essere uno dei fari del centrocampo di Simeone - otto presenze in Champions la scorsa stagione, per lui - troppo impalpabile e discontinuo per essere veramente la prima riserva di Badelj e Vecino. Paulo Sousa non può che ripartire dal secondo tempo di ieri: un secondo tempo fatto di gioco, qualità, pericolosità e, soprattutto, realizzato con gli effetti speciali dei titolarissimi. Ora, più che mai, insostituibili.
L'impegno europeo non condiziona la mente ma le scelte e allora il percorso viola è giunto al bivio. I risultati, ovviamente, indicheranno la soluzione del rebus, ma essi saranno figli delle scelte del tecnico, oltre ovviamente alle prestazioni dei giocatori. La Fiorentina sta diventando un film sempre più avvincente e, questo, è indubbiamente il climax di fine 2015.