Deulofeu come Mertens, solo così il Milan può credere all'Europa
Ci sono partite che possono rappresentare la svolta di un'intera stagione, ci sono momenti nei quali qualcuno o qualcosa ti manda dei segnali e devi essere bravo a recepirli e farne tesoro per il futuro. Il Milan e Deulofeu, indiscusso protagonista dell'impresa di Bologna, hanno vissuto una serata che difficilmente sarà dimenticata ma che, proprio per la sua straordinarietà, deve essere assolutamente cavalcata per mantenere vive le ambizioni europee.
SERVE UN MILAN PIU' COPERTO - Sarà un caso (ma non lo è) ma, da quando i rossoneri si sono trovati in una situazione di emergenza e hanno dovuto fare ricorso alle ultime risorse, puntando tutto sul carattere e su un atteggiamento tattico forzatamente più prudente, si sono creati i presupposti per la vittoria contro il Bologna. Quella mentalità operaia che il Milan ha lasciato in soffitta dopo la vittoria della Supercoppa per provare ad indossare l'abito più bello e dimostrare a se stesso e agli avversari che questa squadra può anche giocare un calcio più propositivo. Sarà un caso (e non lo è), ma la recente crisi di risultati è coincisa con questo diverso modo di interpretare le partite che, piaccia o non piaccia, non è nelle corde dei giocatori di Montella.
DEULOFEU COME MERTENS - Il prossimo turno di campionato offre l'occasione immediata di trovare conferme, di rafforzare la ritrovata autostima dopo la folle notte del Dall'Ara. Il punto di riferimento di questo Milan 3.0 sarà Deulofeu, perfettamente a suo agio da punta centrale atipica dopo l'uscita dal campo di Bacca e autore della giocata spacca-partita. Il talento spagnolo ha corsa, talento e vede la porta (39 gol in circa 180 partite a livello di club, recordman con l'Under 21 spagnola con 16 reti in 32 partite), in carriera ha già occupato questa posizione e anche Montella si è lasciato scappare un paragone importante come quello con Mertens.
DEULOFEU: DAI PARAGONI IMPORTANTI AGLI SCREZI CON GLI ALLENATORI, ECCO LA SUA STORIA
BACCA NON SERVE - Sarri ha dovuto fare di necessità virtù quando ha perso per infortunio Mililk e ha smesso definitivamente di credere in Gabbiadini, mentre Montella deve prendere atto dell'inconsistenza di Bacca e della relativa affidabilità in zona gol di Lapadula. A Bologna sono sbocciati un nuovo Milan e un nuovo Deulofeu, al tecnico rossonero il compito di trovare la formula giusta (per esempio un tridente leggero con Suso e Ocampos) per riportare il Diavolo in Europa.
ALLA SCOPERTA DI DEULOFEU - Ma chi è veramente Deulofeu (foto: acmilan.com), per chi ancora non lo conoscesse alla perfezione? I detrattori lo accusano di avere quella presunzione e quella supponenza di chi, nonostante abbia ancora tutto da dimostrare, si senta già arrivato, che in carriera gli ha procurato diversi problemi e le bocciature dei vari Luis Enrique, Unai Emery e Koeman. A nemmeno 23 anni... I tifosi del Milan sperano invece di trovare un giocatore vogliono di guadagnarsi la fiducia per farsi riscattare al termine di questa stagione e di confermare quelle qualità che gli hanno comunque permesso di fare tutto la trafila nel settore giovanile del Barcellona per approdare in prima squadra. Ronaldinho l'idolo di allora, Cristiano Ronaldo quello di oggi ("Voglio essere come Cristiano Ronaldo, ha molte qualità. E’un grande nel gioco aereo e ha un tiro incredibile con entrambi i piedi") e di cui ricorda per certi versi la propensione a cercare l'uno contro uno per andare al cross o calciare in porta.
SERVE UN MILAN PIU' COPERTO - Sarà un caso (ma non lo è) ma, da quando i rossoneri si sono trovati in una situazione di emergenza e hanno dovuto fare ricorso alle ultime risorse, puntando tutto sul carattere e su un atteggiamento tattico forzatamente più prudente, si sono creati i presupposti per la vittoria contro il Bologna. Quella mentalità operaia che il Milan ha lasciato in soffitta dopo la vittoria della Supercoppa per provare ad indossare l'abito più bello e dimostrare a se stesso e agli avversari che questa squadra può anche giocare un calcio più propositivo. Sarà un caso (e non lo è), ma la recente crisi di risultati è coincisa con questo diverso modo di interpretare le partite che, piaccia o non piaccia, non è nelle corde dei giocatori di Montella.
DEULOFEU COME MERTENS - Il prossimo turno di campionato offre l'occasione immediata di trovare conferme, di rafforzare la ritrovata autostima dopo la folle notte del Dall'Ara. Il punto di riferimento di questo Milan 3.0 sarà Deulofeu, perfettamente a suo agio da punta centrale atipica dopo l'uscita dal campo di Bacca e autore della giocata spacca-partita. Il talento spagnolo ha corsa, talento e vede la porta (39 gol in circa 180 partite a livello di club, recordman con l'Under 21 spagnola con 16 reti in 32 partite), in carriera ha già occupato questa posizione e anche Montella si è lasciato scappare un paragone importante come quello con Mertens.
DEULOFEU: DAI PARAGONI IMPORTANTI AGLI SCREZI CON GLI ALLENATORI, ECCO LA SUA STORIA
BACCA NON SERVE - Sarri ha dovuto fare di necessità virtù quando ha perso per infortunio Mililk e ha smesso definitivamente di credere in Gabbiadini, mentre Montella deve prendere atto dell'inconsistenza di Bacca e della relativa affidabilità in zona gol di Lapadula. A Bologna sono sbocciati un nuovo Milan e un nuovo Deulofeu, al tecnico rossonero il compito di trovare la formula giusta (per esempio un tridente leggero con Suso e Ocampos) per riportare il Diavolo in Europa.
ALLA SCOPERTA DI DEULOFEU - Ma chi è veramente Deulofeu (foto: acmilan.com), per chi ancora non lo conoscesse alla perfezione? I detrattori lo accusano di avere quella presunzione e quella supponenza di chi, nonostante abbia ancora tutto da dimostrare, si senta già arrivato, che in carriera gli ha procurato diversi problemi e le bocciature dei vari Luis Enrique, Unai Emery e Koeman. A nemmeno 23 anni... I tifosi del Milan sperano invece di trovare un giocatore vogliono di guadagnarsi la fiducia per farsi riscattare al termine di questa stagione e di confermare quelle qualità che gli hanno comunque permesso di fare tutto la trafila nel settore giovanile del Barcellona per approdare in prima squadra. Ronaldinho l'idolo di allora, Cristiano Ronaldo quello di oggi ("Voglio essere come Cristiano Ronaldo, ha molte qualità. E’un grande nel gioco aereo e ha un tiro incredibile con entrambi i piedi") e di cui ricorda per certi versi la propensione a cercare l'uno contro uno per andare al cross o calciare in porta.