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  • AMARCORD: Paolo di Canio, dal premio fair play al saluto romano

    AMARCORD: Paolo di Canio, dal premio fair play al saluto romano

    • A.P

    Gli sponsor abbandonano lo Swinton Town perchè il nuovo allenatore è troppo fascista. Paolo Di Canio continua a far discutere e lo fa anche Oltremanica. L'ex Lazio ha assunto la guida dello Swinton Town, club di League Two, ma il sindacato 'GMB Union' che ogni anno versa 4 mila sterline nelle casse del club ha fatto sapere che non rinnoverà il finanziamento perchè non vuole che il suo nome sia accostato a quello di un allenatore fascista.  


    Di Canio non ha mai fatto mistero delle sue simpatie di estrema destra e con la maglia della Lazio, nel 2005, in più di un'occasione si è esibito nel saluto romano. "Non ce la faccio a non salutare così: saluterò sempre così, perché è un senso di appartenenza al mio popolo". E imperterrito Paolino, nonostante le ripetute squalifiche, ha riproposto a oltranza quel gesto scatenando un dibattito anche politico.


    Nel 1998 in Inghilterra con lo maglia dello Sheffield United l'attaccante è protagonista di un altro episodio, punito con una lunga squalifica. Di Canio viene espulso dopo aver colpito un avversario e spintona l'arbitro che gli mostra il cartellino rosso. Il fischietto Paul Alcock accentua la caduta ma quel che conta è il gesto.

    Nel Regno Unito il riscatto arriva nel 2000. Con la maglia del West Ham compie un gesto insignito con il Premio Fair Play unito ad un lettera ufficiale di encomio della Fifa. Il 18 dicembre si gioca Everton-West Ham sull'1-1 al 90' il portiere dell'Everton  Gerrard esce dalla sua porta ma cade su stesso, la palla arriva a Trevor Sinclair che passa a Di Canio che può segnare indisturbato ma l'attaccante italiano ferma il gioco afferrando il pallone con le mani. Lo stadio esplode in una standing ovation.

    Spesso difficili anche i rapporti con i suoi tecnici, dal Trap ai tempi della Juve a Mimmo Caso che Di Canio aggredisce addirittura fisicamente. Di recente anche un violento battibecco televisivo con il presidente della Lazio Claudio Lotito, accusato di aver spesso troppi soldi per il cartellino di Mauro Zarate, un giocatore sopravvalutato secondo Di Canio. A parlare è sempre il troppo amore per i colori biancocelesti ma Lotito non ci sta e risponde minacciando querele.

    Del resto Di Canio è questo. Prendere o lasciare.

     


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