Alex Sandro, il rinnovo non conviene alla Juve. È l'estate giusta per venderlo
IL RINNOVO NON CONVIENE - Il rapporto emesso qualche giorno fa da Banca Imi ha testimoniato come la crescita del fatturato bianconero è ancora ampiamente instabile e gioca molto sulle plusvalenze realizzate di anno in anno con la cessione dei propri top player. Un'esigenza non così consolidata, ma che aiuterebbe i bianconeri a rimanere al vertice del calcio mondiale. Anche per questo motivo rinnovare il contratto di Alex Sandro, oggi, alla Juventus non conviene. Innanzitutto per un motivo meramente economico: l'esterno brasiliano guadagna 2,8 milioni di euro ed è in scadenza 30 giugno 2020 con un impegno lordo preventivato di altri 13,4 milioni. Prolungando il contratto con aumento (in estate la richiesta era di almeno 4,5 milioni netti all'anno) la Juventus si troverebbe a dover aumentare il proprio monte ingaggi e la conseguente spesa lorda fino a circa 21 milioni.
IL COSTO A BILANCIO - Il secondo motivo è la modifca degli ammortamenti che il rinnovo di contratto comporterebbe. Il costo del cartellino di Alex Sandro (acquistato dal Porto per 26,3 milioni circa) oggi ha un valore residuo di 11,8 milioni e al 30 giugno il valore si abbasserà fino a 10,5 milioni. Rinnovando fino al 2022 il fondo ammortamento annuale si abbasserebbe da 5,2 a 2,3 milioni circa diminuendo la possibilità di plusvalenze più alte con il passare degli anni.
L'ESTATE GIUSTA PER VENDERLO - Escludendo il rinnovo di contratto e con Alex Sandro che ha da poco compiuto 27 anni, l'estete 2018 rappresenterà per la Juventus la finestra perfetta per arrivare alla cessione del terzino. Corteggiatissimo da PSG e Chelsea, per lui si prospetta un'asta internazionale da oltre 40 milioni. La Juventus potrebbe quindi realizzare una plusvalenza importante per tutte le cifre superiori ai 10,5 milioni. Trattenere il brasiliano per un altro anno porterebbe infine il suo contratto a solo un anno dalla naturale scadenza, diminuendo quindi la potenza della Juventus in sede di trattativa. Venderlo è la scelta giusta, a patto che venga sostituito con un'alternativa di pari valore.
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