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  • 50 ANNI, 10 STELLE: la classifica di Marino, Rivera e Scirea davanti a Baggio

    50 ANNI, 10 STELLE: la classifica di Marino, Rivera e Scirea davanti a Baggio

    • Pierpaolo Marino
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    Quando il direttore Stefano Agresti ha chiesto anche a me di scegliere i migliori dieci calciatori italiani degli ultimi cinquanta anni, per partecipare a quell’ appassionante e stimolante sondaggio che si è genialmente inventato per tenere accese le nostre menti anche a Pasqua, ho subito pensato che l’ argomento non si poteva licenziare con un freddo elenco di dieci nomi.

    Per chi, come me, ama il calcio proprio da quei dieci lustri incorniciati dalla provocante idea del direttore, provare a selezionare la top ten dei nostri giocatori, percorrendo un viaggio a ritroso dal calcio a colori in Ultra HD, fatto soprattutto di stadio virtuale a quello romantico in bianco e nero, con gli spalti gremiti da tifosi in piedi con sciarpa, cappotto e cappello, merita almeno lo spazio di un editoriale.

    Dover scegliere soltanto dieci nomi, mentre nella mente ti scorrono velocemente le immagini di centinaia di fuoriclasse protagonisti di leggendarie imprese, con indosso le maglie dei club o l’azzurro della nazionale, è un compito doloroso come chiedere ad un padre di una famiglia numerosa di scartare dei figli.

    Allora, per alleviare le pene, proviamo ad allargare la scelta con delle nomination stile Oscar, che tengano conto dei ruoli o delle caratteristiche dei nostri eroi della pedata degli ultimi cinque decenni.

    Il direttore dice, giustamente, che nella scelta dei dieci campioni non bisogna tener conto solo di se e cosa hanno vinto, ma come si fa a restare insensibili di fronte agli eroi di Spagna82 o di Germania2006, piuttosto che quelli dell’ Europeo del 1968 a Roma. Come si fa a dimenticare i trascinatori in storici trionfi in Coppa dei Campioni, in Coppa Intercontinentale, in Champions League, oppure i conquistatori “seriali” di scudetti.

    Molto probabilmente, i compianti Nereo Rocco, Helenio Herrera ed Enzo Bearzot si rivolterebbero nelle tombe per i torti subiti dai loro pupilli.

    Detto questo, senza alcuna polemica, procediamo nel difficile compito con le nomination (sempre in rigoroso ordine alfabetico) .

    PORTIERI:         
                                                     
    Gianluigi Buffon, per lui non servono parole perché è già stato detto tutto;
    Angelo Peruzzi, a meno di diciotto anni ha debuttato in Serie A davanti ai miei occhi quando ero alla Roma. Esplosivo, potente e sicuro faceva con semplicità le cose impossibili;
    Dino Zoff, tecnica, regolarità e freddezza in uno degli atleti più seri e vincenti del nostro calcio. 

    TERZINI DESTRI :

    Giuseppe Bergomi, precoce protagonista e vincitore di Spagna82  una perfetta miscela di agonismo, fisicità e maniacale applicazione nella marcatura;
    Tarcisio Burgnich, detto la roccia per la sua possente muscolatura, era pressoché invalicabile in dribbling, forte di testa e nelle percussioni. Colonna dell’ Inter di Moratti ed Herrera ed autore del gol del 2 a 2 nella storica Italia-Germania di Messico70; 
    Ciro Ferrara, titolare giovanissimo del mio Napoli del primo scudetto, è stato un terzino dotato di un’ottima tecnica, di grande velocità e forte sia nel gioco aereo che palla a terra.

    TERZINI SINISTRI:

    Antonio Cabrini, campione del mondo di Spagna82 è stato il terzino sinistro più tecnico ed elegante del calcio italiano. I suoi cross dalla fascia sinistra erano delle terribili rasoiate per le difese avversarie. Dotato di un bel tiro, andava anche con frequenza in gol;
    Giacinto Facchetti, fisico statuario e potente, inventò il ruolo di terzino fluidificante. Capitano della Grande Inter e della Nazionale.
    Paolo Maldini, è uno di quei giocatori che non occorre descrivere. Giocò principalmente a sinistra, ma sapeva ricoprire tutti i ruoli difensivi.

    DIFENSORI CENTRALI:

    Franco Baresi: Il vero Beckenbauer del calcio italiano.
    Paolo Cannavaro: Un cocktail perfetto di esplosività, potenza, velocità ed intuizione.
    Gaetano Scirea: Da centrocampista delle giovanili dell’Atalanta si trasformò in un difensore centrale dai piedi vellutati. Fortissimo in difesa, sapeva nella stessa a zione trasformarsi anche in centrocampista ed attaccante. Un vero leader gentiluomo.

    MEDIANI- MEZZALI:

    Giancarlo Antognoni, sapeva costruire, rifinire e finalizzare il gioco. Sempre a testa alta.
    Lele Oriali, dinamico e implacabile lottatore, era dotato di tecnica e tempi di recupero palla.
    Marco Tardelli, centrocampista di interdizione con la tecnica e l’ eleganza di un rifinitore.

    REGISTI:

    Giancarlo De Sisti, maestro del possesso palla, governava il gioco sul lungo e sul corto  dettando tempi e ritmi. Campione Europeo con l’ Italia del 1968 a Roma.
    Andrea Pirlo, anche per lui inutile dilungarsi in descrizioni
    Gianni Rivera, impersonava il calcio. Fu l’anima del Grande Milan di Viani, di Rocco ed infine di Liedholm. Primo pallone d’ oro italiano, disegnava il calcio come avrebbe fatto Giotto o Michelangelo. Il “Golden Boy” è stato un faceva segnare (un certo Pierino Prati ne sa qualcosa).

    ALI:

    Franco Causio,  il “Barone” era un’ ala con il dribbling secco ed il tiro fiondante. Aveva un infinito repertorio di colpi;
    Bruno Conti, uno dei veri Signori del calcio italiano. E’ stato un’ala dai dribbling ubriacanti e la velocità di uno Speedy Gonzales. Scudettato con la Roma e Campione del Mondo trascinante per la Nazionale
    Angelo Domenghini, è stato una della prime vere ali del calcio, nella Grande Inter di Herrera. In Nazionale è stato Campione D’ Europa.

    FANTASISTI:

    Roberto Baggio, l’unico calciatore italiano per qualche verso avvicinabile all’ ineguagliabile Diego Maradona;
    Alessandro Del Piero, un vero fuoriclasse, artistico per le giocate e le traiettorie di tiro;
    Sandro Mazzola, sembrava un brasiliano per tecnica e modo di andare in gol, vero leader in campo e fuori.

    PUNTE DI MOVIMENTO:

    Roberto Mancini, riassumeva in se tutte le prerogative di una punta e di un rifinitore. Aveva una tecnica di base che gli permetteva di far gol in tutte le maniere possibili;
    Paolo Rossi, forse oggi Dybala gli somiglia un po’. “Pablito” è stato capocannoniere del Mondiale in Spagna e mi viene sempre da sorridere quando penso ai miei difensori dell’epoca dell’ Avellino che cercavano invano di afferrarlo. Peccato per la lunga squalifica.
    Francesco Totti, non penso ci sia bisogno di ricordare le sue impareggiabili qualità di bomber e di rifinitore; 

    PUNTE DI SFONDAMENTO:

    Roberto Bettega, uno degli attaccanti italiani più forti in assoluto nel gioco aereo, ma anche bravissimo con i piedi. E’ stato il grande “sfondatore” della stratosferica Juventus di Boniperti e Trapattoni;
    Gigi Riva, accoppiava la forza del “rombo di tuono” ad un ottimo bagaglio tecnico. Nel sinistro aveva la dinamite che terrorizzava i portieri.
    Gianluca Vialli, è stato, forse, l'attaccante più completo del calcio italiano.

    In conlusione, caro direttore Agresti, ecco i miei 10 migliori italiani degli ultimi 50 anni (sperando di non suscitare polemiche oltre il dovuto) :

    1) G. Rivera
    2) G. Scirea
    3) R. Baggio
    4) G. Facchetti
    5) L. Riva
    6) F. Totti
    7) G. Buffon
    8) B. Conti
    9) G. Antognoni
    10) G. Bergomi  

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