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    Udinese United

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    Udinese Calcio v FC Internazionale Milano - Serie A gen28
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    La vera Babele è qui: stadio Friuli, Udine. Arrivano da tutto il mondo i talenti di Guidolin: 12 nazionalità (italiana compresa), 4 continenti a ridosso della zona Champions League. Girogirotondo: pallone-mondo. Anzi, mondo-pallone: è l’Udinese versione melting pot.

    Ma quello della famiglia Pozzo non è solo un meraviglioso giardino del calcio globale, l’Udinese è una gigantesca macchina scova-talenti, un congegno costantemente a caccia di nuovi campioni. Un apparato che alimenta il calcio delle big e autoalimenta sé stesso. Sanchez, ultima perla del mercato, era costato milioni 1,5; oggi viene valutato 30. Così Isla: preso a 1,5, ne vale 15 buoni. Per Inler erano stati sborsati 850mila euro: chi lo vorrà dovrà versare 15 milioni. Magie delle plusvalenze, insomma, armonie di un mercato che tiene oliati i meccanismi di una società col bilancio in attivo. Perché il segreto dell’Udinese è presto detto: comprare a poco, vendere a tanto. Dieci volte tanto.


    E se tutto funziona e continua a funzionare, i merito sono di Gino e Giampaolo Pozzo, gli archimede, e dell’ingegnoso sistema di scouting, che da vent‘anni, ormai, fa invidia ai club più titolati. Una rete di 26 osservatori valuta ogni giorno (ogni giorno per davvero) le segnalazioni che arrivano da tutto il globo. Oltre 1.000 gare esaminate, quasi 400 calciatori visionati. In Sudamerica come in Europa e Africa: nessun angolo di mondo è risparmiato. Le proposte confluiscono poi al quartier generale, dove lo stesso Pozzo, con Andrea Carnevale, a capo degli osservatori, e i pilastri, Valentino Angeloni, Ernesto Varnier e Roberto Policano, giudicano cosa occorre e cosa no per allestire una rosa di qualità. La filosofia è quella del campione “utile“, non “a prescindere“. L’ok dà il via all’operazione, alla vera corsa all‘oro su campi di calcio.

    Non basta. Attualmente l’Udinese conta 120 tesserati. Valore di mercato? Forse 400, forse 500 milioni di euro. Dura azzardare una stima. Tolti i 29 che compongono la rosa di Serie-A (più quelle del settore giovanile), la società friulana ha parcheggiato in cadetteria parecchi giovani. Per irrobustirne le ossa, affinarne il talento. Vedi Mazzarani (Modena), Gerardi (Portogruaro), Surraco (Livorno). Altri sono di stanza in Turchia, in Brasile, in Argentina. Altri ancora in Spagna, al Granada, club di cui i Pozzo sono soci. E se su 10 stranieri visionati 4 passano le selezioni, su 10 italiani uno solo viene preso in considerazione. Disfatta del calcio nostrano? Può darsi. Ma nell’era del calcio-globale, forse, vince chi sa parlare tutte le lingue del mondo.


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