Udinese, Pinzi:| 'Mercato? Non interessa'
Il grande ex di giovedì pomeriggio, Giampiero Pinzi, è carico a mille per la ripresa del campionato. Da veterano della serie A conosce bene le potenzialità di questa Udinese e, in parallelo, le qualità di un Chievo Verona in cui il centrocampista romano ha militato nelle due passate stagioni sportive.
“Stiamo bene, anzi benissimo – ha detto Pinzi -. Abbiamo lavorato intensamente sia durante la sosta, seguendo i programmi specifici che ci sono stati consegnati dallo staff, sia in questi giorni di ripresa degli allenamenti e siamo carichi per la gara di giovedì. Noi, soprattutto in casa, stiamo facendo un ottimo campionato e anche nell’ultimo match interno, con la Fiorentina, abbiamo dimostrato di avere nelle corde quella cattiveria necessaria per andare a prenderci quello che ci meritiamo sul campo. Cosa ci manca? Continuità lontano dal “Friuli” dove sfoderiamo sempre ottime prestazioni, come a Roma, ma purtroppo, soprattutto per colpa nostra, raccogliamo pochissimo”.
Le voci di mercato, come da tradizione, soffiano sul veliero bianconero, ma Pinzi non è preoccupato. “E’ da quando sono arrivato a Udine – ha continuato il centrocampista romano - che ogni giugno e ogni gennaio sembra che la squadra venga smantellata e che l’Udinese venda tutti i suoi pezzi pregiati, ma sono solo chiacchiere. Io ormai ci ho fatto il callo e non ci bado davvero più. Un consiglio ai miei compagni? Lasciare perdere voci e pagine di giornali e pensare, come hanno sempre fatto, a dare il 110% per questa maglia”.
Riavvolgendo il nastro della memoria all’esperienza clivense, poi, Giampiero Pinzi ha soltanto parole d’elogio per la realtà gialloblù e per le capacità di gestione della società di Campedelli. “Rispetto alla passata stagione – ha concluso il numero 66 bianconero – hanno più qualità con l’inserimento di giocatori come Constant e Bogliacino e cercano di giocare maggiormente palla a terra a partire dalla linea difensiva. Ma la mentalità è sempre quella di quando c’ero io e cioè aggressività, lottare su ogni pallone come fosse l’ultimo e aiutarsi l’uno con l’altro. I miei due anni a Verona sono stati importantissimi e mi hanno fatto crescere molto. Stando lì dentro capisci davvero come una piccola realtà come quella del Chievo sia stata in grado di restare in serie A e tagliare traguardi così importanti per tutti questi anni. Cosa serve per batterli? Concentrazione massima e una sana dose di cattiveria agonistica”.