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    Sassuolomania: tante sorprese

    Sassuolomania: tante sorprese

    • Luca Bedogni
    La partita col Torino segna forse una piccola svolta in questo strano avvio di campionato del Sassuolo. Su questa rubrica iniziavo a diventare noioso con le critiche al tecnico neroverde, colpevole a mio avviso di essere diventato troppo cauto. Oggi mi trovo invece a tesserne un elogio inatteso. Certo i tre punti aiutano a essere tutti più buoni, ma vi assicuro che non è questo il caso. Il gioco del Sassuolo mi ha convinto? Non proprio, ma stavolta è secondario rilevarlo.

    Quel che mi è piaciuto è stato il coraggio di schierare un tridente vero, dall’inizio alla fine della partita. Posto che continuo a non essere un gran fan della svolta 4-3-3 intrapresa quest’anno da Dionisi (pare unicamente per motivi difensivi…), finora il Sassuolo pieno di assenze aveva avuto paura di schierare due esterni offensivi puri contemporaneamente. Il tema da affrontare e superare era la presunta necessità di Kyriakopoulos da esterno di centrocampo, al posto di Traorè. Il greco è un giocatore affidabile, chiaro, ma un conto è da terzino, un conto metterlo più avanti. Lo avevamo visto anche la scorsa stagione, del resto: alto in fascia toglie qualità al gioco neroverde, che si blocca e diventa più prevedibile e macchinoso.

    A sorpresa, dunque, e proprio contro un avversario ostico come il Toro, Dionisi l’ha pensata diversamente. Ha invertito l’ordine delle priorità, pur mantenendo un certo equilibrio generale. L’idea è stata quella di valorizzare al massimo Laurienté schierandolo nel suo ruolo, cioè a sinistra, appunto al posto del greco. Questo però è stato possibile solo aggiungendo coraggio a coraggio, in quanto tale modifica richiedeva un’alternativa a destra, la fascia su cui grava l’assenza di Berardi. Ed è qui che Dionisi ha sorpreso tutti facendo debuttare il Primavera Luca D’Andrea, un piccoletto napoletano classe 2004, arrivato a febbraio al Mapei Center dalla Spal. Ecco quel che si chiede a Dionisi: inventare soluzioni offensive nuove, non solo tamponare l’emergenza. Altrimenti il Sassuolo si affloscia, perde il suo spirito frizzantino. La presenza di D’Andrea non solo è stata utile per creare problemi reali su entrambe le fasce del Torino (assolutamente promosso, il ragazzino), ma è servita anche a mostrarci il potenziale veramente impressionante di Laurienté, schierato sul lato che preferisce. Il ventitreenne francese è stato devastante, imprendibile. Colpisce soprattutto la progressione e la velocità sul lungo, una caratteristica che mancava a questa squadra e che le permetterà di sfruttare meglio le transizioni positive.

    Infine una nota di speranza alla voce centravanti: se Pinamonti ha fatto la solita partita triste (tanto lavoro oscuro, poche soddisfazioni personali), finalmente si sono intraviste le qualità di Agustin Alvarez, subentrato al 9 titolare all’ottantaseiesimo. Due belle giocate nei pochi minuti a disposizione, e un sorriso grosso così (con cuoricino) sotto la curva del Toro dopo il gol vittoria di testa. Quando si dice che deve ancora capire dove si trova… 
    Ora vien facile affermare che deve giocare di più. A volte però bisogna assecondare i pensieri facili, e poi stare a vedere cosa succede. 

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