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  • Roma: Perché? Perché? Perché?

    Roma: Perché? Perché? Perché?

    Ieri sera Borriello s’è divertito? E Ranieri? Visto che s’erano sbelliccati dalle risate per cinque schiaffoni presi a Milano dopo appena uno 0-2 c’è da aspettarsi quasi un carnevale brasiliano.
    A proposito, siamo sicuri che in Brasile sia partito solo Adriano? Ieri è stato il migliore in campo. Almeno lui non c’era veramente. Gli altri si sono messi la mascherina. Non ti conosco Roma mia.

    Sono venuti a casa nostra e hanno fatto quello che gli pare, ci hanno anche sputato addosso e non abbiamo fatto niente, nemmeno con l’orgoglio. Del gioco neanche un abbaglio, il gioco è un Ufo a Roma, il miraggio di un triangolo è quello delle Bermude. Doveva essere lo spareggio dei sogni, la partita della verità e purtroppo lo è stata: la Roma non c’è. La Roma che l’anno scorso s’era meritata una carezza commossa e un abbraccio stretto forte, la Roma che l’anno scorso aveva pianto lacrime amare e romaniste in quella notte contro la Sampdoria, che nello spogliatoio di Verona s’era promessa: "il prossimo anno lo vinciamo per questa gente", quella Roma lì che è stata una parte della tua anima - e più era ferita e più le volevi bene - non c’è più adesso. Stanotte. Questa mattina. Non si nomini nemmeno più per scherzo lo scudetto, adesso non stiamo neanche in Europa League. E non si venga a dire che la Roma ha perso contro una grande squadra: il Napoli Soccer è una squadra che una decina di giorni fa ha preso la sveja dal Chievo, due picchi e a Fuorigrotta. Il Napoli Soccer ieri è stato semplicemente più presente e dentro la partita, ha fatto impunito i suoi comodi fiancheggiato dall’arbitro e da un’intera squadra: la Roma.

    Alfine giunga Thomas Richard DiBenedetto o chi per lui, fosse Benjamin Franklin o Obama in persona, e vada dritto negli spogliatoio a passarsi in rassegna gli eroi di ieri e di questi giorni. Li guardi in faccia uno per uno, a cominciare dall’allenatore che da quando è uscita la notizia degli Usa a Roma s’è comportato come Benigni e Trosi in Non ci resta che piangere, e gli chieda semplicemente: perché? Perché la Roma è sparita? Perché ha buttato al vento il campionato più facile che si ricordi? Perché nessuno ha reagito dopo lo 0-1? E dopo l’1-1 del Brescia? E dopo il 2-1 dell’Inter (il 3-4 è arrivato soltanto perché l’Inter aveva un attimo rifiatato)? Perché si passa il pallone venti volte a partita a Julio Sergio? Perché Julio Sergio non agguanta un pallone? Perché non c’è entusiasmo? Perché tranquillamente si ammette che non c’è entusiasmo? Perché Burdisso si prende tre rossi? Perché un ragazzino che si ritrova titolare perde il senso della cosa? Perché una squadra che aveva fatto 82 punti, di cui un’ottantina nelle ultime partite dell’anno scorso, quest’anno non batte il Brescia e non fa una rimonta che sia una? Perché perde la testa? Perché ha perso il cuore? Perché? Why? Ma poi non ascolti le risposte, perché per le scuse non c’è più tempo, perché le parole sono finite. Andate a fare i conti con la vostra gente che ieri notte è andata a dormire mortificata e stamattina si è rialzata con dentro la gola e nelle vene quel solito magico indistruttibile "Forza Roma". Se solo sapeste che vuol dire.


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