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Nesta alla Ancelotti: svolta col '10', ma la filosofia è juventina. E il rinnovo...
UN PO’ DI TUTTO - Un po’ Ancelotti, un po’ juventino, un po’ sognatore. Alessandro Nesta, che ha vinto in NASL alla guida del Miami FC, è un po’ di tutto questo: cura molto il rapporto coi giocatori, lasciando tranquillità nei momenti difficili, ‘cazziando’ quando si vince (“I giocatori sono più propensi a recepire ramanzine quando si vince”) e creando empatia con l'ambiente (a Miami faceva colazione insieme ai tifosi); insegue il bel gioco ma alla fine, parole sue, “il risultato è l’unica cosa che conta”; ha grandi ambizioni, visto che sogna le panchine di Lazio e Milan, prontissimo a mettersi in gioco. E a livello tattico?
TREQUARTISTA ANCELOTTIANO - Inizio di stagione con il 3-5-2: una vittoria in 5 partite, sue pareggi, due sconfitte, compreso un 4-1 contro il Palermo. Poi il trequartista, il 4-3-1-2, come a South Beach, come nel suo Milan, quando si vinceva e si giocava bene. E infatti…. 4 vittorie in 6 partite, comprese le ultime 3, tutte in fila, tutte con un ritrovato Verre. “Non abbiamo obiettivi” dice in conferenza stampa. Leggerezza, scaricare il gruppo dal peso delle responsabilità per pensare solo al campo, partita dopo partita. Ma è chiaro che con Melchiorri, Vido, Verre & co i playoff sono l’obiettivo dichiarato. E sono lì, a un punto...
RINNOVO - E il futuro? I sogni sono chiari, le ambizioni anche, ma a Perugia, ora, Nesta sta bene, benissimo. Tanto che Santopadre, presidente del Grifo che lo ha fortemente voluto, ha deciso di offrirgli il prolungamento di un ulteriore anno: nuova scadenza 2020. Nesta ci pensa e lavora. Col sorriso, con la leggerezza e con la ricerca del bel gioco. Anche se il risultato è l’unica cosa che conta. A Perugia come a Miami. Da allenatore come da giocatore, quando vinceva con Inzaghi, Grosso e Oddo…
@AngeTaglieri88