Gli esordi hanno tradito le attese. L’impatto di Allan con la realtà partenopea non è stato dei più felici: panchina col Sassuolo e 60’ trascorsi arrancando a centrocampo, prima del cambio decretato da Sarri. Questione fisica, ha tenuto a sottolineare l’allenatore, convinto di poter recuperare presto quel calciatore che ha fatto faville ad Udine, tanto da attirare l’attenzione del Napoli. L’investimento (vicino ai tredici milioni) si è reso necessario per potenziare un reparto da anni in affanno. Operazione convincente, se si considerano le potenzialità di un ragazzo ancora giovane ed in costante ascesa, da tre anni protagonista in Friuli. Già nel corso del ritiro di Dimaro, sono emerse le prime perplessità, legate esclusivamente a una condizione atletica precaria. Il lavoro pesante sostenuto agli ordini dell’allenatore toscano ha “aggravato” la situazione, tanto da impedirgli di avere un rendimento all’altezza nel corso delle amichevoli estive, nonostante i ritmi bassi, tipici del calcio d’agosto. Il campanello d’allarme estivo è stato ascoltato e rispettato, tant’è che Sarri ha deciso di risparmiarlo in occasione della prima uscita stagionale, beccandosi poi una serie infinita di critiche per l’esclusione eccellente.