Milan e Inter: fuori dalla Champions!
Clamoroso a San Siro. Se il regolamento sul fair play finanziario, voluto dal presidente della Uefa, Michel Platini, fosse in vigore già ora, Inter e Milan non avrebbero i requisiti di bilancio necessari per potersi iscrivere alle competizioni europee e non potrebbero dunque partecipare alla Champions League.
Ma non sarebbero comunque gli unici grandi club a rischiare l'esclusione. A fare compagnia alle due milanesi ci sarebbero anche il Manchester City, il Chelsea, il Liverpool e, a sorpresa, il Barcellona. È quanto emerge da un'elaborazione condotta da MF-Milano Finanza, incrociando i dati contenuti nel rapporto dell'Uefa sullo stato di salute finanziario del calcio europeo (presentato martedì 11 a Nyon) e i bilanci dei principali club del vecchio continente.
I tifosi nerazzurri e quelli rossoneri non devono dunque allarmarsi eccessivamente. In primo luogo perché né Inter né Milan figurano in alcuna black list, che come ha precisato lo stesso Platini non è mai stata stilata. In secondo luogo perché il regolamento sul fair play finanziario entrerà in vigore a partire dalla stagione sportiva 2013-2014 e, dunque, i primi due bilanci di esercizio che verranno presi in considerazione per il calcolo della regola del pareggio (break even rule) saranno quelli relativi agli esercizi 2012 e 2013. I club hanno dunque ancora un po' di tempo per completare il processo di adeguamento ai vincoli imposti dalla Uefa. Un percorso che il Milan ha già intrapreso da alcune stagioni e sul quale anche l'Inter, dopo gli importanti investimenti che gli hanno consentito di primeggiare in Europa e nel mondo, si è ormai incamminata.
Ma veniamo ai numeri. Se, come detto, non esistono liste nere stilate dalla Uefa, come si è arrivati a individuare i sei club virtualmente non in regola con il fair play? Lo studio messo a punto dai tecnici di Platini sui bilanci societari relativi alle stagioni 2008-2009 e 2009-2010 indica infatti che tra le 107 squadre che danno vita ai primi cinque campionati del vecchio continente (Inghilterra, Spagna, Francia, Germania e Italia) ce ne sono 77 in utile, 6 con una perdita compresa fino a 5 milioni di euro e dunque nei limiti imposti dal fair play finanziario. Altri 18 club appartenenti alle prime cinque leghe calcistiche europee registrerebbero invece una perdita cumulata compresa tra 5 e 45 milioni. Un risultato negativo che, tuttavia, in base al regolamento Uefa rende comunque possibile l'iscrizione alle competizioni internazionali, a condizione però che l'azionista (o gli azionisti in caso di società a capitale diffuso) ripiani la perdita attraverso un aumento di capitale.
Dal documento messo a punto dalla Uefa emerge infine che ci sono sei club che, sommando i risultati economici relativi alle stagioni 2008-2009 e 2009-2010, presentano una perdita aggregata superiore ai 45 milioni. Un risultato negativo che, se il fair play finanziario fosse già in vigore, non consentirebbe a queste società l'iscrizione alle competizioni internazionali (Champions League e Europa League), nemmeno se i loro azionisti ripianassero la perdita ricorrendo a una ricapitalizzazione.Ma quali sono queste sei società? Dall'analisi dei bilanci dei principali club europei, consultati grazie alla banca dati MF-Honywem, emerge che il club europeo ad aver conseguito negli ultimi due esercizi la perdita più consistente è il Manchester City, con un rosso aggregato di 253,7 milioni di euro, seguito dall'Inter (223,4 milioni) e dal Chelsea (141,1 milioni). Nel sestetto dei club che virtualmente non rispetterebbero i parametri del fair play finanziario figurano anche il Liverpool con una perdita aggregata nelle ultime due stagioni di 114,2 milioni, ma anche il Milan (95,8 milioni) e il Barcellona (88,2 milioni).
C'è infine un ulteriore aspetto che va considerato. Il regolamento sul fair play finanziario esclude dal calcolo del pareggio alcune voci contenute nei bilanci tradizionali. L'entità della perdita di questi sei club è tuttavia così elevata che, anche in caso di rettifica, risulterebbe comunque superiore ai 45 milioni. Ci sono però ancora tre esercizi, prima dell'entrata in vigore del regolamento, per poter sanare la situazione. E i club, come dimostra specialmente il Milan, che ha chiuso l'ultimo bilancio con un rosso di soli 18 milioni, sono intenzionati ad adeguarsi.