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    Laziomania: il legame tra Lazio e Sarri ci salva dal trappolone

    Laziomania: il legame tra Lazio e Sarri ci salva dal trappolone

    • Luca Capriotti
    Sperare in Sarri. Grazie a Sarri. Il legame esiste, c'è: l'allenatore della Lazio, Maurizio Sarri, chiede alla sua squadra, e la sua squadra risponde. Contro l'Udinese serviva una gara tosta, di quelle senza fronzoli: c'erano troppe assenze, la gara di Oporto, c'erano tutti i presupposti per il trappolone, lo stesso in cui è caduto l'Inter di un certo Inzaghi, per dire. Per uscirne vivi, da questa imboscata programmata, serviva una risposta. Ed è arrivata, nonostante tutto, compreso un gol preso subito e l'infortunio di Pedro. La giornata 26 ci regala una certezza: la Lazio risponde al suo allenatore e può guardare in alto.

    SI METTE MALE E SI RADDRIZZA - Visto che il trappolone era nell'aria, ci sta che l'Udinese inizi fortissimo, ovviamente si mette subito male, perché quando le cose possono franare addosso alla Lazio, di certo lo faranno. E infatti frana subito addosso ai nostri il gol sotto, un'Udinese fisica, forte, che va a duemila. Siccome le cose possono anche andare peggio, Pedro si fa pure male. Allora, voi direte, questa è la classica partita che perdiamo male. Tutt* lo abbiamo pensato, lo so. Ma c'è una connessione speciale tra le parole e le sensazioni di Sarri e questa squadra. Che sta diventando concreta, forte, nonostante assenze pesantissime (Acerbi e Immobile, in altri tempi sarebbero state alibi, quasi non se ne parla). Fa la sua partita, la pareggia, e produce tante occasioni, si spinge in avanti. Nonostante un arbitro poco reattivo, che secondo me manca di almeno un rosso (Becao se lo è cercato) e di 5-6 gialli, la Lazio c'è, per 70' merita anche di vincerla.

    Nonostante tutto, con un Milinkovic trascinatore, Felipe Anderson che mette insieme almeno 60 minuti di fattura superlativa, si prende sulle spalle la squadra. Che prova il colpaccio. Nonostante tutto, nonostante i 6 assenti,  nonostante gli ultimi  15' prevedibili di scoramento e stanchezza pesante, nonostante la partita folle di 3 giorni prima. E con un Cabral brillante. 

    SEGNALI DI CABRAL -  Entra praticamente a freddo Cabral, al centro dell'attacco, e interpreta un ruolo che non è il suo a modo suo: è brillante, anticipa, si muove bene, pressa, gestisce il pallone con ottima proprietà tecnica. Ha un paio di belle palle gol, ma soprattutto partecipa attivamente alla costruzione delle migliori azioni della Lazio. Non è un centravanti (non è Piatek, per dire)  ma ha idee, bel piede, si prende magari un tempo di gioco in più ma non ha mai fatto cose banali. Anzi, nella ripresa quel pallone delizioso per Felipe Anderson avrebbe preteso una cattiveria diversa. Cabral bene, davvero, ma è anche un simbolo: si fa male Immobile, il nostro peggior incubo, e la Lazio gioca, gioca, si ostina a giocare una partita importante nonostante tutto. Vuole continuare a rispondere al suo allenatore, in continuità con due mesi di crescita. E voglio dirlo: questa Lazio è in crescita, e le altre non corrono così tanto

    SERVIVA QUESTO - Serviva intensità, mentalità, serviva a maggior ragione quando il gol di Deulofeu - mio antico feticcio - aveva spalancato lo spettro di un passo falso post- Europa a cui eravamo dolorosamente abituati. In altri tempi, con altri allenatori, avremmo perso male: non nascondiamoci, questo è un bicchiere mezzo pieno nonostante la vittoria della Fiorentina. La squadra fa una gara tosta, intensa, dopo aver speso tanto in Europa League in termini fisici e mentali. Costruisce tanto, sbaglia pochissimo, non sbanda praticamente mai. Non guardate la classifica, pensate alla partita, a come si stava mettendo. E il fatto che abbiamo e abbiate un bel po' di amaro è anche un segno di mentalità: forse ci stiamo levando di dosso un po' di braccino corto. Forse questa connessione tra la squadra e Sarri ci sta regalando continuità, e la parola Champions League non è così assurda e folle. Ci pensate: nonostante tutto, non è così assurda e folle. Questo legame ci fa guardare in avanti sperando, perfino in qualcosa di molto più alto. Questo è il legame con Sarri, questa è la speranza. Sperare in Sarri. Grazie a Sarri.

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