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  • La resa degli steward. Rischi coltellate per 23€

    La resa degli steward. Rischi coltellate per 23€

    Fuorigrotta è quartiere di mala. Da via Leopardi a via Epomeo, al Rione Traiano, a Nisida. Le vecchie famiglie sono grandi nel silenzio. Girano molti soldi: usura, ormeggi di motoscafi, qualche ristorante. Non sfuggono agenzie di viaggio e rivendite di biglietti. Gli ambulanti sono tassati, dicono: 30 euro a partita. Due dei 500 steward del Napoli raccontano il «caos organizzato» ai varchi dello stadio. Niente nomi, incontro in un bar fuori zona, informazioni riassunte in 8 capitoli.
    Il cambio. «La situazione è cambiata dopo la promozione in serie A. Fu esonerato Francesco Tramontano. Un tipo in gamba. Era stato per anni accanto ad Angelo Borrello, un ex comandante di marina, uomo fidato di Ferlaino. Tutto ok e soldi subito dopo la partita. Venne prima un tipo grasso, sparì presto. Ora ci sono due gruppi: uno fa capo ad una società, Ares, si chiama così? L’altro ad Andrea Ciccone e Renato Lepore, un avvocato. Si dividono i settori».

    I soldi. «C’è caos, ma è inevitabile. Si guadagna troppo poco, 23 euro per sei ore di lavoro, 30 per la qualifica di “responsabile”. Chi si mette a rischiare coltellate, pugni o minacce per respingere chi si infila nel tornelli?». L’altro aggiunge: «Sono figlio di pensionato. Mio padre mi ha anticipato 120 euro per pagare il corso di steward. Ci promisero 49 euro a partita. Invece sono 23 e li prendo dopo mesi. Che delusione, siamo pentiti».
    Il trucco 1. «Ai tornelli, come una gabbia girevole, entrano in due se sono magri. A volte non sono d’accordo. C’è chi entra insieme con un altro che ha il biglietto, che a sua volta subisce. C’è chi reagisce, e protesta con noi. Ma non tutti hanno coraggio e voglia di buttare fuori l’intruso».
    Il trucco 2. «C’è una rete. Prefiltraggio. Il biglietto se lo passano anche dieci volte, poi si buttano nei tornelli».
    Il trucco 3. «Molti entrano con gli elenchi. Al varco spogliatoi e in tribuna. È qui che entrano con la spintarella, magari qualcuno in divisa… C’è per esempio “Peppe il carrozziere” che ne fa entrare tanti. Bisogna passare da lui in settimana».
    Il nome. «In distinti e curva è quasi impossibile controllare il nome. Non c’è tempo per chiedere un documento. A volte interviene la polizia, magari un funzionario ordina di controllare, perché così vuole il questore. Ma si controlla ad uno, due, tre tornelli, negli altri si passa…». C’è quindi il rischio che entri anche chi ha il Daspo, il divieto? «No, perché gli agenti della Digos li conoscono uno ad uno. Fuori forse».
    I corrotti. Gira una voce: 50 euro per fare entrare due tifosi. In questo caso, lo steward avrebbe un complice fuori. «Lo abbiamo sentito. Ma non ci risulta. Molti steward sono ragazzi come noi, puliti. Quasi tutti studenti. I capoccioni inseriscono qualche amico. Basta controllare chi è figlio di macellaio, salumiere o fruttivendolo…»
    I bagarini. Se i biglietti sono nominativi, i bagarini che tagliandi vendono? Risposta che sconcerta. «Molti sono senza nome. O hanno nomi di fantasia ». E qui altra ipotesi sorprendente. «Il bagarino dà il biglietto con un nome a caso. Poi accompagna la persona al varco giusto. E fa un cenno allo steward giusto». Ma i bagarini come fanno ad avere i biglietti? Il discorso si complica. I due dicono di aver fretta. Forse solo paura. Hanno già detto troppo. Il Napoli ha un direttore generale, Marco Fassone. Dicono che abbia visto e rivisto il video. Interverrà. Il primo segnale di svolta può darlo per Napoli-Villareal, andata e ritorno. Si ripeterà lo scandalo insopportabile di pestaggi e prevaricazioni su chi sta in fila dalle 5 del mattino? I tifosi si aspettano criteri o circuiti nuovi di vendita. Da Laurentiis o Fassone magari chiederanno aiuto al questore. Santi Giuffré potrà fare molto.


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