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    Juve e Serbia, Vlahovic rimane in ombra: Milik e Mitrovic si prendono la scena, almeno la Nazionale vince

    Juve e Serbia, Vlahovic rimane in ombra: Milik e Mitrovic si prendono la scena, almeno la Nazionale vince

    • Redazione CM
    Che non sia il periodo più florido degli ultimi due anni, per Dusan Vlahovic, era evidente: fin troppo solo nelle recenti disastrose uscite della Juventus, a secco su azione ormai da quasi un mese e mezzo (prima giornata col Sassuolo, su errore della difesa neroverde), criticato per essere troppo spesso in fuorigioco. La Nazionale è arrivata come un toccasana, lo si è percepito dalle parole dell’attaccante in ritiro: “Non vedevo l'ora di essere di nuovo a Stara Pazova. L'ultima volta avevo avuto dei problemi fisici, ma il ct mi è venuto sempre incontro e devo ringraziarlo per avermi aiutato a guarire dall'infortunio nel miglior modo possibile”. Condizione fisica recuperata, sorriso… non del tutto.
     
    FINALMENTE VITTORIA – Perché sì, è arrivata una bella vittoria per 4-1 in rimonta contro la Svezia, ma ancora Vlahovic non ha ritrovato il gol. Tripletta di Mitrovic, in formissima con il suo Fulham, già il miglior marcatore di tutti i tempi nella storia della selezione balcanica, gol del granata Lukic. Per Dusan "solo" una buona prova e un assist, in una prestazione assolutamente positiva ma che non ha portato a quella scintilla di cui il 9 bianconero ha bisogno per tornare ad accendersi.
     
    COMPAGNIA INGOMBRANTE – Mitrovic in Nazionale, Milik alla Juve: il polacco ha avuto un ottimo impatto sul mondo bianconero, con due reti (tre, se quella regolare alla Salernitana fosse stata convalidata) in campionato e una inutile in Champions League contro il Benfica. Una in meno del compagno, ma giocando molto meno per via dell’arrivo a campionato iniziato e della squalifica scontata nell’ultimo turno. Lo stato di forma eccellente dei compagni di reparto può avere effetti opposti su Vlahovic, quello di aiutarlo a trovare gol e prestazioni o quello di mortificare la sua voglia di essere protagonista. Il segnale che arriva dalla Nazionale (tanti buoni spunti, un passaggio vincente) sembra andare nella prima direzione.
     

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