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  • Il vero colpo mancato di Giuntoli è in mezzo al campo: le idee della Juve tra gennaio e giugno

    Il vero colpo mancato di Giuntoli è in mezzo al campo: le idee della Juve tra gennaio e giugno

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    Errori, che fa rima con orrori e che vengono amplificati nella loro importanza perché si ripetono con preoccupante frequenza ormai da un po’ di tempo a questa parte. Limiti di gioco e di concentrazione che fanno specie in una squadra come la Juventus che dell’attenzione massimale e della ferocia ha sempre fatto un manifesto del suo modo di pensare calcio. Colpe distribuibili a vario titolo tra i differenti protagonisti dell’Allegri-bis 3.0, ma che non nasconde che dietro a tutto questo ci sono problematiche e difficoltà oggettive nella costruzione di una rosa che da anni non è più lontana parente di quelle che ammazzavano i campionati a metà del tragitto. Passino dunque gli svarioni difensivi di Szczesny e Gatti o le distrazioni di Bremer e Danilo, per non parlare delle lune alterne di Vlahovic, ma in fondo la forza di una squadra risiede sempre nel cuore del campo, lì dove passa il gioco. E con un centrocampo che oggi rimane lontano da un’idea di perfezione non è esercizio di maniavantismo dare ragione ad Allegri quando esclude i suoi dalla corsa per il titolo.

    IL COLPO MANCATO - Il campionato è lungo, il fatto di non dover competere su più fronti alla lunga sarà un vantaggio ma la linea mediana dei bianconeri non offre le garanzie necessarie per una squadra che ambisce alle posizioni di vertice. Una mediana che gira quando a girare a mille è il motore di Adrien Rabiot (e contro il Sassuolo è andato a velocità ridotta), punto fisso e punto fermo di un reparto che manca di spessore atletico e tecnico per fare il definitivo salto di qualità. Locatelli continua ad essere un ibrido - un po’ mezzala e un po’ equilibratore davanti alla difesa, senza però i tempi del regista e l’interdizione del mediano - e i giovani Miretti e Fagioli sono giocatori ancora acerbi che meriterebbero un vero leader al loro fianco per crescere in consistenza ed esperienza. Aveva bisogno di fare cassa Cristiano Giuntoli per finanziare un grande colpo di mercato ad Allegri, ma nessuna delle cessioni effettuate in estate ha consentito di accumulare un gruzzolo sufficientemente importante per coltivare questa idea: 20 milioni da Zakaria, 2,5 per i prestiti di Arthur e Ranocchia e i 30 incassati dal Tottenham dal riscatto di Kulusevski hanno ripagato la spesa per acquistare a titolo definitivo proprio Locatelli. E quindi? E quindi manca un giocatore, che sia un playmaker o un interno di struttura fisica e tecnica, capace magari di portare dei gol, che alzi il livello complessivo.

    DUE NOMI PER IL FUTURO - Milinkovic-Savic appartiene ormai alle tentazioni non esaudite e non esaudibili per questioni di bilancio, ragion per cui diventa fondamentale aguzzare l’ingegno e individuare sul mercato giovani calciatori da plasmare e trasformare in futuri campioni. La rete di Giuntoli è stata già gettata e dei profili seguiti con maggiore attenzione abbiamo parlato a più riprese su calciomercato.com: entrambi giocano in Germania ed entrambi hanno margini di crescita enormi. Manu Koné (sotto contratto fino a giugno 2025) del Borussia Monchengladbach è un nome che la Serie A l’ha già sfiorata, quando ci provò il Milan di Maldini e Massara; la complicata situazione tecnica dei puledri tedeschi - appena due punti raccolti in cinque giornate e zona retrocessione vicinissima - può agevolare l’operazione a patto che la Juve riesca a raccogliere circa 25 milioni da investire a gennaio. Più difficile, per costi e concorrenza, l’intrigante pista che conduce a Kephren Thuram, gioiello che brilla sempre più di luce propria con la maglia del Nizza e della nazionale francese grazie anche ad una partenza da urlo in Ligue 1 col Nizza di Farioli. Liverpool e PSG gli hanno messo gli occhi addosso da un pezzo e sono pronte a tornare alla carica e per anticipare tutti la Juve deve essere pronta a stanziare una cifra molto importante. Un investimento impegnativo per il presente ma soprattutto per il futuro che passa inevitabilmente da una cessione di spessore, al netto dei rumors su eventuali nuovi aumenti di capitale da parte dell’azionista di maggioranza.

    Errori, ma anche orrori del passato ai quali si può e si deve porre rimedio. Perché per essere da scudetto alla Juve serve qualcosa di più “lì nel mezzo”.
     

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